Scoperta di buchi neri nell’Universo
Un’indagine recente ha rivelato una sorprendente abbondanza di buchi neri, contribuendo a chiarire uno dei più grandi enigmi cosmici. Gli astronomi hanno identificato 2.444 buchi neri attivi nei nuclei delle galassie nane. Questi buchi neri si nutrono di materia dall’ambiente circostante e includono 298 esemplari di una categoria rara: i buchi neri di massa intermedia (IMBH).
Importanza dei buchi neri di massa intermedia
I buchi neri di massa intermedia sono stati a lungo considerati un anello mancante tra i buchi neri di massa stellare e quelli supermassivi. I nuovi dati triplicano il numero di candidati precedentemente noti, costituendo il più ampio campione mai raccolto. Questa scoperta ha implicazioni significative per la nostra comprensione di come i buchi neri possano raggiungere masse equivalenti a milioni o miliardi di soli.
Domande fondamentali sull’evoluzione delle galassie
Il campione di candidati a nuclei galattici attivi provenienti da galassie nane è cruciale per affrontare domande fondamentali riguardanti l’evoluzione delle galassie. Tra queste domande, si annoverano:
- I meccanismi di accrescimento nelle galassie a bassa massa
- La co-evoluzione tra galassie e i loro buchi neri centrali
I buchi neri supermassivi si trovano al centro delle grandi galassie e fungono da nuclei attorno ai quali ruotano le galassie stesse. Un esempio emblematico è il buco nero supermassivo al centro della Via Lattea, con una massa pari a 4,3 milioni di volte quella del Sole.
Processi di crescita dei buchi neri
La questione di come i buchi neri possano crescere a dimensioni enormi rimane aperta. I modelli teorici suggeriscono che la crescita avvenga attraverso processi di accrescimento e fusioni. Tuttavia, la tecnologia attuale non consente di osservare i “semi” di questi buchi neri nell’Universo primordiale.
Ricerca di galassie nane
Per superare questa limitazione, gli scienziati hanno concentrato i loro sforzi sulla ricerca di galassie nane che ospitano buchi neri di dimensioni ridotte. Utilizzando lo Strumento Spettroscopico dell’Energia Oscura (DESI), un team di ricerca guidato dall’astronoma Ragadeepika Pucha ha raccolto dati su 114.496 galassie nane.
Identificazione di buchi neri attivi
Quando un buco nero al centro di una galassia inizia a nutrirsi, emette una quantità straordinaria di energia, trasformandosi in un nucleo galattico attivo. Questo intenso processo facilita l’identificazione di buchi neri nascosti all’interno di piccole galassie.

Risultati significativi della ricerca
Il numero di nuclei galattici attivi scoperti nelle galassie nane rappresenta il 2,1% del campione totale analizzato. Questo dato è notevole, poiché è quasi quattro volte superiore alla frazione riscontrata in indagini precedenti. Le osservazioni dettagliate hanno permesso di calcolare le masse dei buchi neri, identificando quasi 300 candidati IMBH.
Implicazioni per la comprensione dei buchi neri
Un campione robusto di IMBH potrebbe fornire indizi preziosi su come questi buchi neri più piccoli possano crescere fino a diventare supermassivi. È noto che i buchi neri possono fondersi per formare oggetti di dimensioni maggiori, e un campionamento solido di IMBH potrebbe contribuire a risolvere parte di questo mistero.

Nuove scoperte e domande aperte
I risultati stanno già sfidando le aspettative. Solo 70 dei candidati IMBH identificati si trovavano in galassie nane, mentre il resto era situato in galassie normali. Questo suggerisce che la co-evoluzione tra buchi neri e galassie potrebbe essere più complessa di quanto si pensasse.
Le domande rimangono numerose: esiste una correlazione tra i meccanismi di formazione dei buchi neri e i tipi di galassie in cui si trovano? La ricerca è stata pubblicata su The Astrophysical Journal, segnando un importante passo avanti nel campo dell’astronomia.