Il concetto di buchi neri e la loro letalità
Nel 1974, il celebre scrittore di fantascienza Larry Niven propose un’idea intrigante: è possibile assassinare un individuo utilizzando un minuscolo buco nero? Sebbene molti possano rispondere affermativamente, la verità scientifica è più complessa e affascinante.
La massa critica dei buchi neri
Un buco nero di dimensioni adeguate può risultare letale. Tuttavia, un buco nero con una massa equivalente a quella di un singolo atomo di idrogeno è talmente piccolo da sfuggire a qualsiasi rilevazione. La questione cruciale riguarda la massa critica:
- A quale dimensione minima un buco nero diventa effettivamente mortale?
Questo interrogativo è al centro di un recente studio pubblicato su arXiv, che esplora le caratteristiche dei buchi neri primordiali.
I buchi neri primordiali
I buchi neri primordiali sono entità teoriche che potrebbero essersi formate nei primissimi istanti dell’Universo. Le loro dimensioni possono variare da quelle di un atomo fino a masse comparabili a quella della Terra. Nonostante gli astronomi non abbiano mai osservato direttamente buchi neri primordiali, le indagini hanno escluso diverse fasce di massa:

- Buchi neri con massa inferiore a 1012 kg si sarebbero già evaporati a causa della radiazione di Hawking.
- Buchi neri superiori a 1020 kg avrebbero generato effetti di lente gravitazionale non osservati.
Queste osservazioni suggeriscono che i buchi neri primordiali siano estremamente rari, se non addirittura inesistenti.
Possibile fonte di materia oscura
Alcuni modelli teorici suggeriscono che i buchi neri primordiali potrebbero costituire una delle fonti della materia oscura. Se questa ipotesi fosse corretta, i limiti osservazionali restringerebbero le loro masse a un intervallo compreso tra 1013 e 1019 kg, simile a quello degli asteroidi. Lo studio si concentra su questo intervallo di massa, analizzando due effetti principali:
- Forze mareali
- Onde d’urto
Le forze mareali e i buchi neri
Le forze mareali si manifestano in quanto più ci si avvicina a una massa, maggiore è l’intensità della gravità esercitata. Questo implica che un buco nero genererebbe un differenziale di forza su un corpo umano. La questione è se tale differenziale di forza possa provocare danni ai tessuti:
- Buchi neri di massa asteroidale, con un diametro inferiore a un micrometro, eserciterebbero forze mareali su un’area ridotta.
- Se un buco nero attraversasse un arto, potrebbero verificarsi danni localizzati, ma non letali.
- Se un buco nero attraversasse la testa, le forze mareali potrebbero danneggiare le cellule cerebrali, risultando fatali.
Le onde d’urto come pericolo
Le onde d’urto rappresenterebbero un pericolo ben più grave. Quando un buco nero entra nel corpo, genera un’onda di densità che si propaga attraverso i tessuti. Queste onde d’urto danneggerebbero fisicamente le cellule e trasferirebbero energia termica. Per generare un’onda d’urto con energia paragonabile a quella di un proiettile calibro .22, un buco nero dovrebbe avere una massa di circa 1,4 x 1014 kg, rientrando nell’intervallo dei buchi neri primordiali.
Conclusione sulla letalità dei buchi neri primordiali
In conclusione, un buco nero primordiale potrebbe risultare letale. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, sebbene questa idea possa sembrare affascinante, nella realtà è altamente improbabile. Anche se esistessero buchi neri primordiali di massa asteroidale, la loro scarsità rispetto all’immensità dell’universo rende le probabilità di un incontro fatale estremamente basse, inferiori a una su 10 trilioni.