I sottomarini si stanno rivelando strumenti di ricerca di fondamentale importanza nel progetto SubSea. Questa iniziativa si propone di esaminare gli effetti dell’isolamento estremo, simile a quello vissuto durante le missioni spaziali. Un team eterogeneo di ricercatori ha trascorso 60 giorni sott’acqua per indagare come tali condizioni influiscano sulla salute umana e sulla dinamica di gruppo. Le scoperte ottenute offrono preziose informazioni per le future esplorazioni spaziali e per affrontare problematiche sanitarie più ampie, come la depressione e i disturbi del sonno.
Dalle profondità oceaniche alle sfide spaziali
I sottomarini emergono come piattaforme ideali per studiare l’adattamento umano a ambienti estremi, dalle profondità oceaniche allo spazio esterno. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA), insieme all’Agenzia Spaziale Portoghese e alla Marina Portoghese, ha avviato un programma che utilizza i sottomarini per simulare le sfide di isolamento e confinamento tipiche delle missioni spaziali. Recentemente, il primo equipaggio del progetto SubSea ha completato un’escursione subacquea di 60 giorni, tornando a riva con dati preziosi. Un gruppo di scienziati provenienti da università in Germania, Italia e Portogallo sta analizzando come lo stress, l’umore e la collaborazione tra i membri dell’equipaggio evolvano in un ambiente ristretto.
Studiare la resilienza umana
I sottomarini, replicando le condizioni di isolamento e le sfide operative delle missioni spaziali, sono ideali per comprendere come queste circostanze influenzino i membri dell’equipaggio. Le spedizioni subacquee fungono da analoghi ad alta fedeltà, permettendo di testare nuove tecniche e raccogliere dati utili per migliorare le future missioni spaziali. Per analizzare come corpo e mente si adattino durante la missione, gli scienziati hanno impiegato questionari e raccolto campioni di capelli e saliva. Questi dati saranno fondamentali per monitorare i marcatori di stress e osservare eventuali cambiamenti nella salute immunitaria dei partecipanti.

Progressi nella preparazione spaziale
Da oltre vent’anni, l’ESA e i suoi partner internazionali utilizzano la Stazione Spaziale Internazionale per condurre centinaia di esperimenti. Gli astronauti sono esposti a microgravità e radiazioni spaziali, vivendo e lavorando in un ambiente ristretto. Andreas Mogensen, astronauta dell’ESA, sottolinea l’importanza di iniziative come SubSea per prepararsi alle sfide fisiologiche e psicologiche nello spazio. Questi sforzi approfondiscono la nostra comprensione degli ambienti estremi e sono cruciali per preparare la comunità spaziale globale alle future missioni verso la Luna, Marte e oltre.

Innovazione nella sanità e il ruolo strategico del Portogallo
Integrare le conoscenze delle comunità di ricerca sui sottomarini e sugli astronauti potrebbe stimolare innovazioni significative nel campo della sanità. Le applicazioni spaziano dalle stazioni polari a schieramenti militari, fino a spedizioni escursionistiche e popolazioni in condizioni di prolungata oscurità. I risultati di queste ricerche potrebbero contribuire a trattare disturbi clinici come:
- Disturbo affettivo stagionale
- Depressione
- Disturbi del sonno
La missione SubSea rappresenta solo l’inizio di un progetto ambizioso, concepito per espandere il suo ambito di ricerca nelle fasi successive. Il Portogallo si sta affermando come un attore strategico in questo contesto. Secondo Ricardo Conde, presidente dell’Agenzia Spaziale Portoghese, SubSea si allinea perfettamente con il crescente interesse del paese per le attività analogiche e la medicina spaziale. Il Portogallo vanta diversi siti terrestri analoghi, come il vulcano Capelinhos e il Barreiro da Faneca nelle Azzorre, che replicano le condizioni presenti su corpi celesti come la Luna e Marte.
Sfruttando le sue risorse terrestri e marine uniche, il Portogallo si sta posizionando come un hub essenziale per la ricerca, l’innovazione e la formazione, a supporto delle future missioni spaziali.

