Una scoperta rivoluzionaria è stata compiuta dagli astronomi: una coppia di stelle binarie che orbita pericolosamente vicino al buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, Sagittarius A*. Questa straordinaria coppia stellare, chiamata D9, offre uno sguardo senza precedenti su come i sistemi possano prosperare in un ambiente di gravità estrema, sfidando le aspettative e aprendo nuove prospettive sulla formazione stellare in condizioni così estreme.
Il team di ricercatori internazionali che ha fatto questa scoperta ha utilizzato dati provenienti dal Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe (VLT dell’ESO) per individuare per la prima volta una coppia stellare così vicina a un buco nero supermassiccio come Sagittarius A*. Questo evento ha gettato nuova luce sulle capacità di resistenza delle stelle in ambienti gravitazionali estremi e ha aperto la strada alla possibilità di individuare pianeti nelle vicinanze di Sagittarius A*.
Florian Peißker, ricercatore presso l’Università di Colonia, Germania, e autore principale dello studio pubblicato su Nature Communications il 17 dicembre, spiega che le stelle binarie, coppie di stelle che orbitano attorno l’una all’altra, sono più comuni di quanto si pensasse in tutto l’universo. Tuttavia, la presenza di una coppia stellare così vicina a un buco nero supermassiccio sfida le convinzioni precedenti sulle conseguenze delle intense forze gravitazionali su tali sistemi.
La coppia stellare D9, individuata appena in tempo, ha un’età stimata di soli 2,7 milioni di anni e si prevede che si fonderà in una singola stella entro un milione di anni, a causa della forte forza gravitazionale del vicino buco nero. Questo breve lasso di tempo offre un’opportunità unica per studiare un sistema binario così giovane su scale temporali cosmiche, come sottolinea Emma Bordier, co-autrice dello studio e ricercatrice presso l’Università di Colonia.
Per lungo tempo, gli scienziati hanno ritenuto che l’ambiente estremo vicino a un buco nero supermassiccio ostacolasse la formazione di nuove stelle. Tuttavia, la scoperta della giovane coppia stellare D9 dimostra che anche le stelle binarie hanno il potenziale per formarsi in queste condizioni avverse. Il sistema D9 mostra segni evidenti di gas e polvere attorno alle stelle, suggerendo che potrebbe trattarsi di un sistema stellare molto giovane che si è formato nelle vicinanze del buco nero supermassiccio, come spiega Michal Zaja ek, co-autore dello studio e ricercatore presso l’Università Masaryk, Repubblica Ceca, e l’Università di Colonia.
L’animazione che mostra le due stelle del sistema stellare D9 che orbitano l’una attorno all’altra, avvolte in una nuvola di gas e polvere, evidenzia l’importanza di questa scoperta. La presenza di D9 così vicino a un buco nero supermassiccio suggerisce che i buchi neri potrebbero non essere così distruttivi come si pensava in precedenza, aprendo nuove prospettive sulla comprensione di questi fenomeni cosmici.
La binaria appena scoperta è stata individuata all’interno del denso cluster di stelle e oggetti che orbitano attorno a Sagittarius A*, noto come cluster S. In questo cluster, gli oggetti G, che si comportano come stelle ma sembrano nuvole di gas e polvere, rappresentano un enigma per gli scienziati.
Durante le osservazioni degli oggetti G, il team ha identificato un modello sorprendente in D9. I dati raccolti con lo strumento ERIS del VLT, combinati con quelli dello strumento SINFONI, hanno rivelato variazioni nella velocità della stella, indicando che D9 era in realtà una coppia di stelle che orbitavano l’una attorno all’altra. Questa scoperta ha confermato l’importanza di studiare gli oggetti galattici per svelarne la vera natura.
I risultati ottenuti aprono nuove prospettive sulla comprensione degli oggetti G e suggeriscono che potrebbero essere una combinazione di stelle binarie non fuse e materiale residuo da stelle già fuse. Tuttavia, la natura esatta di molti degli oggetti che orbitano attorno a Sagittarius A* e il modo in cui si sono formati rimangono ancora un mistero.
L’aggiornamento GRAVITY+ all’Interferometro del VLT e lo strumento METIS sul Telescopio Estremamente Grande (ELT) dell’ESO, in fase di costruzione in Cile, potrebbero fornire nuove informazioni su questi enigmi cosmici. Grazie a queste strutture avanzate, il team potrà condurre osservazioni più dettagliate del centro galattico, rivelando la natura degli oggetti conosciuti e probabilmente scoprendo ulteriori stelle binarie e sistemi giovani. La scoperta della coppia stellare D9 apre la strada a nuove speculazioni sulla presenza di pianeti nelle vicinanze di Sagittarius A*, offrendo nuove prospettive sulla formazione planetaria in ambienti così estremi.
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