Secondo uno studio condotto da ricercatori della Harvard Medical School, guidare un’ambulanza o un taxi come professione potrebbe offrire una certa protezione contro l’Alzheimer. Lo studio ha analizzato i certificati di morte di quasi 9 milioni di persone decedute negli Stati Uniti tra il 2020 e il 2022, collegando i dati occupazionali di 443 professioni con l’Alzheimer come causa di morte.
Dopo aver considerato diversi fattori di rischio, è emerso che gli individui che hanno svolto per una parte significativa della loro vita lavorativa il ruolo di tassisti o autisti di ambulanze presentavano una proporzione significativamente inferiore di morti legate all’Alzheimer rispetto a coloro che ricoprivano altre professioni o rispetto alla popolazione generale.
Il ricercatore di sanità pubblica e medico Vishal Patel ha sottolineato che la parte del cervello coinvolta nella creazione di mappe cognitive spaziali, utili per orientarci nel mondo circostante, è anche coinvolta nello sviluppo della malattia di Alzheimer. L’ippocampo, una piccola parte a forma di cavalluccio marino del cervello, è cruciale per l’apprendimento, la memoria e la navigazione spaziale ed è una delle prime aree a deteriorarsi nell’Alzheimer.
Studi precedenti hanno evidenziato differenze nell’ippocampo tra i tassisti di Londra e la popolazione generale, il che ha spinto il team di ricerca a indagare ulteriormente. Patel ha ipotizzato che le professioni che richiedono elaborazione spaziale e navigazione in tempo reale potrebbero essere associate a un minor rischio di mortalità legata all’Alzheimer.
Analizzando i dati dei certificati di morte negli Stati Uniti, il team ha identificato un totale di 348.328 persone con l’Alzheimer come causa sottostante di morte. Oltre ai tassisti e agli autisti di ambulanze, sono stati esaminati anche autisti di autobus, piloti di aerei e capitani di navi e barche, mentre gli altri lavori sono stati raggruppati come categoria di confronto generale.
I risultati dello studio hanno evidenziato che i tassisti e gli autisti di ambulanze presentavano un rischio significativamente inferiore di morire di Alzheimer rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, è importante considerare che l’età al momento della morte dei tassisti e degli autisti di ambulanze era inferiore rispetto alle altre professioni prese in esame.
La neuroscienziata dell’Università di Edimburgo, Tara Spires-Jones, ha sottolineato che l’età di insorgenza dell’Alzheimer è tipicamente dopo i 65 anni, il che potrebbe influenzare i risultati dello studio. Inoltre, la proporzione di donne tra i tassisti e gli autisti di ambulanze era inferiore rispetto alle altre professioni, considerando che le donne sono più inclini a sviluppare la malattia di Alzheimer rispetto agli uomini.
Il team di ricerca ha evidenziato che la natura delle attività svolte nell’ambito di un’occupazione potrebbe influenzare la progressione della malattia, ma sono necessarie ulteriori indagini per comprendere appieno il legame tra le attività cognitive spaziali e l’Alzheimer. Gli autori dello studio considerano i risultati come generanti ipotesi e non come conclusivi, aprendo la strada a future ricerche sull’argomento.
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