La potenziale minaccia dell’HPAI H5N1: una scoperta rivoluzionaria

Studio rivela mutazione chiave per la trasmissione umana del virus dell'influenza aviaria

Un recente studio finanziato dai National Institutes of Health (NIH) e pubblicato su Science ha evidenziato che una singola modifica in una proteina sulla superficie del virus altamente patogeno dell’influenza aviaria (HPAI) H5N1, attualmente presente nelle mucche da latte negli Stati Uniti, potrebbe aumentare in modo significativo la sua capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Questa scoperta mette in luce l’importanza cruciale della sorveglianza costante e del monitoraggio dell’HPAI H5N1 per individuare eventuali cambiamenti genetici che potrebbero favorire la sua diffusione tra gli esseri umani.

Attualmente, il virus bovino H5N1 non è in grado di trasmettersi da persona a persona, ma sono state registrate infezioni in individui esposti a uccelli selvatici infetti, pollame, mucche da latte e altri mammiferi. Gli sforzi globali per la preparazione pandemica hanno portato i ricercatori a studiare a fondo l’H5N1 per monitorare le mutazioni genetiche naturali e valutarne l’impatto potenziale sulla trasmissibilità.

I virus influenzali si legano alle cellule attraverso una proteina di superficie chiamata emagglutinina (HA), che si attacca ai recettori di zucchero sulle cellule per causare l’infezione. Gli scienziati sono preoccupati che i virus possano evolversi per riconoscere i recettori cellulari umani e acquisire la capacità di infettare le persone e diffondersi tra loro.

Uno studio di laboratorio condotto dai ricercatori del Scripps Research ha esaminato le mutazioni nella proteina HA del ceppo H5N1 isolato dalla prima infezione umana negli Stati Uniti, confrontandolo con il ceppo bovino 2.3.4.4b (A/Texas/37/2024). Le mutazioni introdotte nella proteina HA virale hanno dimostrato che una specifica mutazione, chiamata Q226L, aumentava la capacità della proteina di legarsi ai recettori presenti sulle cellule umane, soprattutto in presenza di un’altra mutazione.

È importante sottolineare che le mutazioni genetiche sono state introdotte solo nella proteina di superficie HA e non sono stati condotti esperimenti con un virus infettivo completo. Gli autori dello studio hanno chiarito che la presenza della sola mutazione Q226L non implica che l’HPAI H5N1 sia prossimo a causare una pandemia diffusa, poiché altre mutazioni genetiche sarebbero probabilmente necessarie per consentire la trasmissione tra le persone.

In un contesto in cui si osserva un aumento dei casi umani di H5N1 derivanti dal contatto con animali infetti, i risultati dello studio sottolineano l’importanza di continuare gli sforzi per il controllo degli focolai e la sorveglianza genomica per monitorare eventuali cambiamenti genetici dell’HPAI H5N1 e mantenere la preparazione della sanità pubblica.

Il riferimento scientifico per questo studio è: “Una singola mutazione nell’emagglutinina dell’influenza bovina H5N1 cambia la specificità verso i recettori umani” di Ting-Hui Lin, Xueyong Zhu, Shengyang Wang, Ding Zhang, Ryan McBride, Wenli Yu, Simeon Babarinde, James C. Paulson e Ian A. Wilson, pubblicato su Science il 5 dicembre 2024, DOI: 10.1126/science.adt0180. La ricerca è stata finanziata in parte dall’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive (NIAID) del NIH, tramite il programma dei Centri di Eccellenza per la Ricerca e la Risposta all’Influenza.