Il liquido cerebrospinale (CSF) è un prezioso sostegno per il cervello e il midollo spinale, proteggendo i neuroni e registrando l’attività del sistema nervoso. Un recente studio condotto dall’Università di Washington ha identificato un atlante di proteine legate alla malattia di Alzheimer, aprendo nuove possibilità terapeutiche.
L’Alzheimer è una malattia complessa da studiare, poiché l’osservazione diretta del cervello è possibile solo dopo la morte del paziente. Gli studi genetici e proteomici si basano spesso su tessuti cerebrali post-mortem, offrendo una visione limitata della malattia.
Un approccio innovativo è l’analisi del liquido cerebrospinale, che riflette l’attività cellulare cerebrale. Questo liquido, simile al plasma sanguigno ma con diverse caratteristiche, contiene proteine informative sulle condizioni neurologiche.
Il team di ricerca guidato dal genomicista Carlos Cruchaga ha esaminato dati genetici e campioni di CSF di oltre 3.500 individui, identificando vie cellulari e proteine correlate all’Alzheimer. Questo approccio ha permesso di individuare 38 proteine chiave coinvolte nella malattia, di cui 15 sono bersagliabili da farmaci esistenti.
La combinazione di dati genetici e proteomici ha consentito di individuare i meccanismi causali dell’Alzheimer, migliorando la capacità predittiva rispetto ai modelli genetici tradizionali. Questo approccio potrebbe essere esteso ad altre condizioni neurologiche come il morbo di Parkinson e la schizofrenia.
Lo studio, pubblicato su Nature Genetics, evidenzia il potenziale della proteomica del CSF nel comprendere e trattare le malattie neurologiche, aprendo nuove prospettive per la ricerca e la terapia.
Links: