Per lungo tempo, gli oggetti interstellari sono stati considerati teorici, senza osservazioni a sostegno. Tuttavia, negli ultimi anni, due avvistamenti hanno cambiato radicalmente questa prospettiva: Oumuamua e la Cometa Borisov. Questi eventi hanno aperto la porta allo studio degli oggetti interstellari (ISOs), suscitando grande interesse tra i ricercatori.
Il Dottor John Forbes dell’Università di Canterbury in Nuova Zelanda è il principale artefice di un nuovo studio che esplora il movimento di questi misteriosi oggetti nella galassia. Insieme al co-autore Simon Portegies Zwart, Forbes ha scoperto che quando un sistema stellare espelle asteroidi e comete, questi si aggregano in uno sciame che segue il sistema stesso nel suo percorso attraverso lo spazio.
Nel corso di miliardi di anni, sotto l’influenza gravitazionale delle stelle e delle nubi di gas, questi sciame si allungano e si avvolgono attorno alla galassia, creando un intricato balletto cosmico. Nel loro articolo, ancora in attesa di revisione tra pari, Forbes e il suo team hanno esaminato come questi sciame interagiscono e quanti di essi il Sistema Solare potrebbe incontrare nel suo viaggio.
Secondo le stime degli studiosi, il numero di sciame attraversati dal Sole e dai suoi pianeti potrebbe superare il milione. Un confronto sorprendente è stato fatto con il numero di ciottoli che formano il letto di un fiume intrecciato lungo circa 100 chilometri, paragonabile al numero di oggetti delle dimensioni di 1I/Oumuamua nello sciame di ISOs proveniente da una stella. Una quantità impressionante di oggetti cosmici!
Ma le scoperte non finiscono qui. I ricercatori ritengono che, con un campione più ampio di ISOs, potrebbero essere in grado di determinare se provengono dalla stessa stella o dallo stesso ammasso stellare. Hanno così introdotto la distinzione tra “ISOs fratelli” e “ISOs cugini”, basata sulla loro origine e sulle loro traiettorie nel Sistema Solare.
Forbes ha spiegato che individuare i “fratelli” potrebbe essere più agevole, poiché la loro velocità di ingresso nel Sistema Solare potrebbe rivelare legami di parentela cosmica. Al contrario, individuare i “cugini” potrebbe essere più complesso a causa della vasta dispersione di velocità tra di loro.
Il team si aspetta che siano necessarie almeno 100 classificazioni prima di identificare i primi ISOs fratelli. Attualmente, si stima che circa 30 di questi oggetti possano attraversare l’orbita di Marte ogni anno, ma la precisione di questa previsione è ancora incerta.
Nonostante la vastità dello spazio e la complessità della ricerca, gli scienziati sono entusiasti di continuare l’indagine sugli ISOs. L’Osservatorio Rubin si prepara a iniziare il suo rilevamento l’anno prossimo, promettendo di fornire un flusso di dati senza precedenti per approfondire la conoscenza di questi enigmatici visitatori interstellari.
Un parallelo affascinante è stato tracciato tra gli sciame di ISOs e i fiumi intrecciati dell’Isola del Sud di Aotearoa/Nuova Zelanda, noti come He awa whiria in Māori. Questa analogia ha ispirato il titolo dell’articolo presentato per la pubblicazione, disponibile su ArXiv, sottolineando la complessità e la bellezza dell’universo che ci circonda.
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