Il tessuto dello spazio e del tempo, soggetto agli effetti della gravità, si curva intorno a una massa in caduta, simile al comportamento di una palla da bowling su un trampolino. Questa curvatura, definita come pozzo gravitazionale, fu teorizzata da Albert Einstein oltre 100 anni fa nelle sue equazioni di campo della relatività generale.
La relatività generale, solida fino ad oggi, è stata confermata dall’osservazione della curvatura dello spazio-tempo, che influenza il percorso della luce, causando fenomeni come la lente gravitazionale. Questa distorsione della luce è un’importante chiave di lettura per comprendere l’Universo.
Recentemente, un team di ricercatori ha analizzato i dati del Dark Energy Survey, un progetto che mappa milioni di galassie nel cosmo, e ha scoperto che la curvatura prevista dello spazio-tempo secondo la relatività generale non sempre coincide con le osservazioni effettuate.
Il Dark Energy Survey, un’iniziativa internazionale che utilizza un potente strumento ottico montato sul telescopio Victor M. Blanco in Cile, si concentra sull’energia oscura e sull’espansione accelerata dell’Universo. I dati raccolti sono stati impiegati per misurare la distorsione del tempo e dello spazio, confrontando i risultati con le previsioni di Einstein.
Il team di ricerca, guidato dall’astronomo Isaac Tutusaus dell’Università di Tolosa, ha esaminato le distorsioni dello spazio-tempo dovute ai pozzi gravitazionali in diverse epoche, risalenti a miliardi di anni fa. Le misurazioni hanno rivelato discrepanze rispetto alle previsioni di Einstein, in particolare in epoche più recenti.
Le osservazioni indicano che i pozzi gravitazionali potrebbero aver avuto una crescita più lenta nel passato recente, suggerendo un legame con l’accelerazione dell’Universo guidata dall’energia oscura. Ulteriori studi sono necessari per confermare e ampliare questi risultati iniziali.
Nonostante le discrepanze riscontrate, la teoria di Einstein non è stata invalidata, poiché la soglia di incompatibilità è inferiore ai 5 sigma richiesti per mettere in discussione la teoria stessa. Misurazioni più precise saranno cruciali per confermare o confutare definitivamente questi risultati e per approfondire la comprensione dell’Universo a distanze cosmiche.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications, suscitando interesse nel mondo scientifico e aprendo la strada a ulteriori ricerche nel campo della relatività generale e della gravità.
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