Forma fisica vs BMI: chi vince nella lotta alla mortalità?

Lo studio rivela l'importanza della forma fisica rispetto al peso corporeo

Gli individui considerati in forma, anche se sovrappeso o obesi, non hanno mostrato un aumento significativo delle malattie cardiovascolari o dei tassi di mortalità complessivi. Questo è il risultato di una recente revisione sistematica e meta-analisi pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, che ha rivelato che la forma cardiorespiratoria è un predittore più potente delle malattie cardiovascolari e della mortalità complessiva rispetto all’indice di massa corporea (BMI).

La ricerca ha coinvolto 398.716 adulti provenienti da diversi paesi, con un terzo dei partecipanti donne. Gli individui sono stati classificati come in forma se il loro punteggio al test di stress fisico li posizionava sopra il 20° percentile all’interno del loro gruppo di età.

I risultati hanno dimostrato che gli individui in forma, indipendentemente dalla categoria di BMI, presentavano rischi di morte statisticamente simili da tutte le cause di malattie cardiovascolari. Al contrario, gli individui non in forma in tutte le categorie di BMI avevano rischi due o tre volte più alti di morte per tutte le cause e di malattie cardiovascolari rispetto agli individui in forma con peso normale.

Il professor Siddhartha Angadi, esperto di fisiologia dell’esercizio presso l’Università della Virginia, ha sottolineato l’importanza della forma fisica rispetto al peso corporeo nel determinare il rischio di mortalità. Gli individui obesi in forma, ad esempio, presentavano un rischio significativamente inferiore di morte rispetto agli individui in forma con peso normale.

Secondo il professor Glenn Gaesser dell’Università statale dell’Arizona, la perdita di peso può comportare rischi, specialmente se seguita da un ciclo di guadagno e perdita di peso, noto come yo-yo dieting. Migliorare la forma cardiorespiratoria può aiutare a evitare gli effetti negativi di questo ciclo sulla salute.

Attualmente, solo il 20% degli adulti negli Stati Uniti rispetta le linee guida sull’attività fisica stabilite dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Queste linee guida raccomandano un minimo di 150 minuti a settimana di attività fisica moderata o 75 minuti di attività fisica vigorosa, insieme al rafforzamento muscolare per due giorni a settimana.

Per coloro che si trovano nel 20° percentile inferiore della forma cardiorespiratoria, anche un modesto aumento dell’attività fisica può ridurre significativamente il rischio di mortalità per tutte le cause e di malattie cardiovascolari. Attività come camminate veloci per almeno 30 minuti al giorno possono fare la differenza.

I ricercatori sottolineano l’importanza di valutare l’approccio basato sulla forma fisica rispetto a quello basato sulla perdita di peso negli individui obesi per migliorare gli esiti sanitari. L’esercizio non è solo un modo per bruciare calorie, ma un’efficace “medicina” per la salute generale e la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Lo studio, intitolato “Cardiorespiratory fitness, body mass index and mortality: a systematic review and meta-analysis”, è stato pubblicato sul British Journal of Sports Medicine il 13 novembre 2024 e ha coinvolto diversi autori tra cui Nathan R Weeldreyer, Jeison C De Guzman, Craig Paterson, Jason D Allen, Glenn A Gaesser e Siddhartha S Angadi.

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