L’era delle estinzioni indotte dall’uomo ha una nuova vittima: il Chiurlo Maggiore (Numenius tenuirostris), un uccello migratore, è stato dichiarato quasi certamente estinto. Questa triste notizia si aggiunge alle 164 specie di uccelli già riconosciute come estinte dalla Lista Rossa dell’IUCN, ma la vasta diffusione del chiurlo rende la sua perdita particolarmente preoccupante.
Il Chiurlo Maggiore, come molti uccelli migratori, una volta nidificava in Siberia durante l’estate breve ma molto produttiva. Mentre altri uccelli migravano verso sud verso i tropici o persino l’Australia, questa specie trascorreva l’inverno intorno al Mediterraneo. Questa scelta potrebbe sembrare sicura data la situazione delle foreste pluviali tropicali. Gli uccelli del Mediterraneo, in generale, si sono comportati meglio, forse perché hanno avuto più tempo per adattarsi alla crescita della civiltà umana sulle sue rive.
La Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) ha evidenziato che si tratta della prima estinzione conosciuta di una specie di uccello dall’Europa continentale, dall’Africa settentrionale e dall’Asia occidentale. Sono stati fatti sforzi estesi per decenni per trovare prove del Chiurlo Maggiore, ma tutti si sono rivelati infruttuosi. L’ultimo avvistamento affidabile risale al 1995 in Marocco, con un avvistamento non confermato nel 2001.
Gli autori del documento che dichiara l’estinzione del Chiurlo Maggiore hanno superato la mancanza di avvistamenti per considerare le minacce che la specie ha affrontato. Hanno concluso che c’è una probabilità del 96 percento che l’uccello sia scomparso, probabilmente poco dopo l’ultimo avvistamento. Attualmente la specie è ancora elencata come in pericolo critico.
Il dottor Alex Bond del Museo di Storia Naturale ha sottolineato che gli sforzi per salvare il Chiurlo Maggiore non sono davvero iniziati fino al 1988, troppo tardi per invertire il destino della specie. Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia sempre più pressante per gli uccelli, e affrontarlo è fondamentale per proteggerli.
La co-autrice Nicola Crockford ha sottolineato l’importanza di proteggere le specie migratorie lungo le loro rotte, coinvolgendo i paesi lungo il percorso migratorio. La perdita di habitat è stata una delle principali cause dell’estinzione del Chiurlo Maggiore, sia all’inizio che alla fine del suo viaggio epico.
Il documento, pubblicato su IBIS: The International Journal of Avian Science, mette in luce la necessità di un impegno internazionale per conservare la biodiversità e proteggere le specie migratorie, indicatori cruciali della salute dell’ecosistema globale.
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