L’esercizio fisico regolare offre una vasta gamma di benefici, tra cui la protezione del cervello dall’invecchiamento e la prevenzione della demenza. Tuttavia, non tutti possono praticare attività fisica regolare, motivo per cui i ricercatori dell’Università della California del Sud (USC) e dell’Università della California Los Angeles stanno esplorando la possibilità di trasformare tali benefici cerebrali in un potenziale farmaco.
Le virtù dell’esercizio fisico vanno ben oltre il controllo del peso corporeo. Dall’umore migliorato alla costruzione di massa muscolare protettiva, i benefici sono molteplici. È per questo che i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie raccomandano agli adulti di svolgere almeno 150 minuti di attività fisica moderata alla settimana, integrati da due giorni di rafforzamento muscolare. Tuttavia, non tutti possono raggiungere tali livelli di attività, che sia per motivi legati all’età, a infortuni o a condizioni mediche.
Un aspetto cruciale dell’esercizio fisico durante l’invecchiamento è la sua capacità di attivare l’asse muscolo-cervello, rilasciando miokine, piccole proteine con proprietà neuroprotettive. Questo processo potrebbe contribuire a proteggere contro la malattia di Alzheimer, sebbene i meccanismi sottostanti siano ancora poco chiari.
Uno studio condotto dalla professoressa Constanza Cortes dell’USC ha esaminato un gruppo di topi affetti da Alzheimer, confrontandoli con topi geneticamente modificati per avere una funzione muscolare potenziata. I topi con potenziamento muscolare hanno mostrato migliori performance nei test cognitivi e minori segni di accumulo di amiloide-beta, una proteina coinvolta nella malattia di Alzheimer, nel cervello.
Ulteriori benefici sono stati osservati quando è stata iniettata una dose di miokine in topi sani, suggerendo il potenziale di questo approccio come futura terapia medica. Cortes ha sottolineato che questo potrebbe essere un’opzione per le persone che non possono esercitarsi fisicamente come richiesto.
Sebbene sia necessario del tempo prima che un simile intervento possa essere applicato agli esseri umani, il team di ricerca sta già lavorando attivamente su questa possibilità, con l’obiettivo di sviluppare trattamenti “esercizio-in-una-pillola” per il cervello.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista GeroScience, aprendo la strada a nuove prospettive nel campo della ricerca sulle potenzialità terapeutiche dell’esercizio fisico per la salute cerebrale.
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