Sabato 2 novembre, si è celebrato il 24º anniversario della presenza umana ininterrotta nello spazio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Questo quarto di secolo è stato senza dubbio memorabile, ma l’ISS non è immune all’invecchiamento. Attualmente, il piano prevede che la stazione continui le sue operazioni fino al 2030, seguito dalla sua discesa controllata nel 2031. Tuttavia, una recente revisione ha evidenziato che ci sono rischi associati a questo piano e che le date stesse sono tutt’altro che certe.
È importante sottolineare che al momento gli astronauti e i cosmonauti a bordo non sono in pericolo imminente, nonostante l’ISS abbia superato la sua vita operativa prevista. La stazione continua a funzionare in modo efficiente, ma a lungo termine sono emersi rischi che richiedono un’attenzione particolare. Un aspetto critico riguarda le perdite, soprattutto nel segmento russo dell’ISS, con un picco di perdita di atmosfera nello spazio riscontrato solo alcuni mesi fa.
Le crepe in corso e le perdite d’aria nel Tunnel di Trasferimento del Modulo di Servizio rappresentano una priorità in termini di sicurezza. NASA e Roscosmos stanno collaborando per investigare e mitigare queste problematiche, identificare le cause principali e monitorare la stazione per eventuali nuove perdite. Nel mese di aprile 2024, la NASA ha segnalato un aumento senza precedenti nel tasso di perdite, mentre durante l’estate sono stati sigillati diversi punti critici tra i 50 individuati come potenziali fonti di preoccupazione.
Non tutte le minacce di perdite sono legate all’età o all’usura della stazione. Ad esempio, qualche anno fa, una delle capsule russe Soyuz è stata danneggiata da un micrometeorite o da detriti spaziali, causando la perdita di liquido refrigerante e costringendo gli occupanti a prolungare la loro permanenza a bordo. Questi eventi sottolineano la serietà delle sfide affrontate dall’ISS.
Un’altra questione cruciale riguarda la capacità degli astronauti di trovare rifugio in caso di evacuazione necessaria. Sebbene il Programma ISS abbia procedure di sicurezza ben definite, la mancanza di veicoli pronti al lancio potrebbe compromettere la capacità di risposta immediata in caso di danni significativi ai veicoli dell’equipaggio.
La collaborazione internazionale che ha reso possibile l’ISS è stata messa in discussione dalla decisione della Roscosmos di ritirarsi dalla stazione spaziale per costruirne una propria, a seguito degli eventi legati all’Ucraina. Tuttavia, le altre agenzie coinvolte hanno concordato di mantenere l’ISS operativa almeno fino al 2030, anche se l’evoluzione di stazioni spaziali private in orbita terrestre bassa potrebbe influenzare questo scenario.
Infine, la questione della discesa controllata dell’ISS rappresenta una sfida logistica e tecnica. Attualmente, solo il Soyuz della Roscosmos è in grado di eseguire questa operazione, ma la NASA ha assegnato a SpaceX il compito di sviluppare un veicolo statunitense per la deorbitazione nel 2031. Tuttavia, le incertezze legate alla prontezza del veicolo e ai finanziamenti aggiungono ulteriori complicazioni al piano di discesa dell’ISS.
Questo rapporto sottolinea l’importanza della Stazione Spaziale Internazionale e le sfide che devono essere affrontate per garantirne il futuro. È un promemoria che l’esplorazione dello spazio è un’impresa complessa che richiede costante attenzione e impegno.
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