Rivoluzionaria scoperta sulla formazione delle stelle massive

Nuove prospettive sull'origine delle stelle ad alta massa

Una scoperta rivoluzionaria è stata fatta da una collaborazione internazionale di radioastronomi, che ha portato alla luce nuove prospettive sulla formazione delle stelle massive. Contrariamente ai modelli precedenti, sembra che le stelle di grande massa non si formino gradualmente accumulando materia da nuclei pre-stellari, ma piuttosto direttamente dal collasso di vaste nubi molecolari.

Il team ha condotto uno studio utilizzando i dati dell’Osservatorio di Green Bank, concentrandosi su 44 ammassi stellari ad alta massa privi di stelle o HMSC, ovvero asili stellari in attesa di formare le prime stelle. Queste enormi concentrazioni di gas e polvere sembravano essere in uno stato sub-viriale, indicando uno squilibrio tra energia cinetica e potenziale.

La maggior parte di questi ammassi sembrava essere così instabile da non poter contrastare il collasso gravitazionale imminente, a differenza del modello del nucleo turbolento che prevede un equilibrio prima dell’inizio della formazione stellare. I dati raccolti suggeriscono un processo dinamico che coinvolge un collasso rapido anziché un accumulo graduale di massa.

Secondo il professor Ke Wang dell’Università di Pechino Kavli Institute for Astronomy and Astrophysics, per evitare il collasso, queste regioni avrebbero bisogno di campi magnetici estremamente potenti, che sono fondamentali per la comprensione dell’Universo e delle sue dinamiche ancora poco conosciute.

Il team ha analizzato non solo il movimento degli HMSC, ma anche la loro struttura e composizione, fornendo preziose informazioni sulla formazione delle stelle massive e sulla creazione degli elementi pesanti essenziali per la vita. Questo studio apre nuove prospettive sulla nostra comprensione dell’origine del nostro pianeta e della vita stessa.

Il professore Fengwei Xu, coautore dello studio, ha sottolineato l’importanza di queste scoperte sorprendenti nel contesto della ricerca astronomica, definendo l’Universo come un gigantesco puzzle da decifrare.

Il team ha pianificato di confermare le proprie scoperte utilizzando l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, per approfondire la comprensione della nascita delle stelle massive e indagare sui campi magnetici all’interno di questi ammassi stellari. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

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