La diffusione dell’altamente patogeno virus dell’influenza aviaria H5 (HPAIV), noto anche come influenza aviaria, è stata attentamente monitorata dagli esperti di sanità globale dal 2021. La prima delle due principali ondate di malattie ha decimato le popolazioni di uccelli selvatici e domestici, portando a una diffusione senza precedenti del virus in diversi mammiferi. Recenti focolai nelle aziende lattiero-casearie degli Stati Uniti hanno sollevato ulteriori campanelli d’allarme.
La situazione attuale vede la California registrare i primi casi umani di influenza H5N1. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), al 4 ottobre 2024, 14 stati degli Stati Uniti avevano segnalato focolai di influenza H5N1 nelle mucche da latte, coinvolgendo un totale di 255 mandrie. Quattro stati – Texas, Michigan, Colorado e Missouri – avevano anche segnalato casi umani dell’infezione, a cui si aggiunge ora la California. La California ha visto i primi focolai di H5N1 nel bestiame già ad agosto, con i CDC che hanno confermato recentemente due casi umani associati all’esposizione alle mucche da latte. Questo porta il totale attuale a 16 casi umani nel 2024, di cui sei collegati a mucche infette. Altri nove casi erano noti per aver avuto contatti con pollame infetto, mentre un caso è ancora in fase di test. I due casi in California non sono ritenuti collegati tra loro.
I CDC hanno ribadito che il rischio per il pubblico rimane basso, ma coloro che lavorano con il pollame o nell’industria lattiero-casearia dovrebbero indossare dispositivi di protezione individuale (DPI) quando sono a contatto con animali, latte crudo o superfici potenzialmente contaminate.
Le mucche non sono gli unici mammiferi colpiti dall’HPAIV. Alpaca, delfini e orsi polari sono morti a causa dell’influenza aviaria, che ha devastato le popolazioni di grandi felini in due zoo del sud del Vietnam. The Guardian riporta che 47 tigri, tre leoni e un puma sono morti ad agosto e settembre in due strutture: il parco safari di proprietà privata My Quynh e lo zoo Vuon Xoai. Le morti sono state attribuite all’infezione da H5N1 dopo i test effettuati dal National Center for Animal Health Diagnosis.
Recenti ricerche hanno rivelato la diffusione dell’HPAIV anche in Antartide. L’HPAIV H5N1 è stato rilevato in campioni raccolti da skuas brune a Bird Island, South Georgia, l’8 ottobre 2023. Ulteriori rilevamenti sono stati effettuati in uccelli e foche a South Georgia, e in due specie di uccelli nelle Isole Falkland sub-antartiche. Questo sviluppo preoccupante per i conservazionisti degli uccelli potrebbe avere un impatto sostanziale sulle popolazioni di uccelli marini in modo più ampio.
L’Oceania, che include Australia e Nuova Zelanda, non ha ancora segnalato la presenza dell’HPAIV, ma la virologa dell’Università di Melbourne Michelle Wille ha sottolineato che è solo una questione di tempo. Wille e il suo team stanno conducendo un’ampia indagine su uccelli migratori in sette località in tutta l’Australia per cercare tracce del virus. Si ritiene che le anatre siano possibili superdiffusori dell’infezione.
Mentre la “epidemia dimenticata” continua a evolversi, gli esperti monitorano attentamente come sta influenzando diverse popolazioni animali, preparandosi a possibili scenari futuri. Lo studio sull’Antartide è stato pubblicato su Nature Communications.
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