Coahuilasaurus lipani: Il Dinosauro dal Becco d’Anatra con un Naso Straordinario

Una nuova specie scoperta in Messico svela caratteristiche uniche e adattamenti insoliti

I paleontologi hanno recentemente identificato una nuova specie di dinosauro dal becco d’anatra con un naso straordinario. Questo dinosauro, chiamato Coahuilasaurus lipani, visse circa 72,5 milioni di anni fa in quella che oggi è conosciuta come la parte meridionale di Laramidia, un continente insulare del tardo Cretaceo formatosi dalla divisione del Nord America. Sebbene i dinosauri dal becco d’anatra fossero comuni in quel periodo, poco si sapeva di quelli che abitavano il Messico.

Per colmare questa lacuna, i ricercatori si sono rivolti alle collezioni dei musei. È stato così che è stato ritrovato un fossile parziale del cranio di C. lipani presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico, dove era conservato da quando era stato scoperto a Coahuila negli anni ’80. Inizialmente identificato come appartenente al Kritosaurus navajovius, ulteriori analisi hanno rivelato che si trattava di una nuova specie.

Secondo l’autore dello studio, Nick Longrich, le caratteristiche distintive di C. lipani includono mascelle robuste e un mento prominente, che lo differenziano dagli altri adrosauri. Inoltre, la sua forma insolita delle strutture nasali e le grandi proiezioni simili a denti rivolte verso il basso lo distinguono ulteriormente dagli altri dinosauri dal becco d’anatra.

Fossile parziale del cranio di Coahuilasaurus lipani
Il fossile parziale del cranio.
Longrich et al., Diversity 2024 (CC BY 4.0)

Le proiezioni simili a denti di Coahuilasaurus, uniche nel loro genere, si estendono dal tetto della bocca, suggerendo un adattamento particolare per una certa tipologia di flora resistente. Sebbene non sia chiaro a cosa servissero esattamente queste strutture, si ipotizza che potessero essere utilizzate per nutrirsi di piante particolarmente dure come palme, cicadi o piante di banana.

La scoperta di questa nuova specie dimostra l’importanza di esaminare attentamente ciò che si trova nei musei. Come sottolinea Longrich, anche se le identificazioni possono essere corrette o errate, ogni scoperta porta a nuove conoscenze e alla possibilità di identificare specie sconosciute o addirittura nuove. Lo studio dettagliato è stato pubblicato sulla rivista Diversity.

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