Ristrutturazione cerebrale durante la gravidanza: il cervello materno in evoluzione

Studiando le modifiche cerebrali delle madri in attesa per comprendere la genitorialità

Per la prima volta, gli scienziati hanno osservato i cambiamenti che avvengono nel cervello di una madre in attesa durante la gravidanza, rivelando una significativa ristrutturazione di numerose aree corticali. Secondo i ricercatori, queste alterazioni durature potrebbero servire a perfezionare il cervello materno al fine di promuovere comportamenti genitoriali e preparare le donne alla maternità.

La gravidanza è un periodo caratterizzato da un aumento significativo nella produzione di ormoni come estrogeni e progesterone, che può raggiungere fino a mille volte il livello normale. Questo innescare importanti cambiamenti fisiologici e neurologici nel corpo delle donne in attesa.

Studi precedenti hanno evidenziato riduzioni nel volume della materia grigia nel cervello delle donne dopo il parto, con tali cambiamenti ancora rilevabili anche sei anni dopo la nascita del bambino. Tuttavia, sebbene sia noto che la gravidanza influenzi la struttura cerebrale, questo studio rappresenta il primo tentativo di tracciare l’evoluzione di tali cambiamenti nel cervello durante il periodo gestazionale.

Per condurre la ricerca, i ricercatori hanno esaminato il cervello di una madre in attesa attraverso 26 scansioni MRI, iniziando tre settimane prima del concepimento e continuando fino a due anni dopo il parto. Questo approccio ha permesso loro di monitorare da vicino le modifiche cerebrali nel corso della gravidanza.

L’autrice dello studio, Laura Pritschet, ha dichiarato: “Volevamo esaminare la traiettoria dei cambiamenti cerebrali specificamente all’interno della finestra gestazionale”. I ricercatori hanno osservato significative riduzioni nel volume della materia grigia corticale e nello spessore corticale che si sono verificate parallelamente all’avanzamento della gravidanza e all’aumento drammatico della produzione di ormoni sessuali.

Complessivamente, è emerso che poche regioni cerebrali sono rimaste invariate durante la transizione alla maternità. La materia grigia è un tipo di tessuto cerebrale che costituisce il cortice e consiste nei corpi cellulari neuronali. Durante l’adolescenza, il cortice si assottiglia poiché la materia grigia viene “potata”, lasciando il cervello più snello.

Gli autori dello studio suggeriscono che la gravidanza potrebbe rappresentare un periodo chiave di perfezionamento corticale mentre il cervello si adatta alla genitorialità. Questo concorda con ricerche precedenti che hanno evidenziato riduzioni della materia grigia post-gravidanza in aree del cervello legate alla cognizione sociale, con l’entità di tali cambiamenti correlata all’aumento dell’attaccamento genitoriale.

Alcuni studi hanno suggerito che le perdite di materia grigia potrebbero spiegare il “cervello della gravidanza”, in cui le persone segnalano deficit di memoria e cognizione durante l’attesa. Tuttavia, il nuovo studio non cerca di stabilire un collegamento diretto tra la ristrutturazione cerebrale e la funzione cognitiva.

I ricercatori hanno anche osservato aumenti nell’integrità microstrutturale della materia bianca durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza. Tuttavia, mentre le modifiche della materia grigia persistono a lungo dopo il parto, le alterazioni della materia bianca ritornano ai valori di base prima della prima scansione post-partum, spiegando perché gli effetti correlati alla gravidanza su questo tipo di tessuto cerebrale non siano stati segnalati in precedenza.

Secondo gli studiosi, l’effetto combinato di queste modifiche della materia grigia e bianca potrebbe sottendere ai cambiamenti comportamentali che le madri manifestano sia durante che dopo la gravidanza. Studi futuri potrebbero contribuire a comprendere se tali alterazioni siano coinvolte nella depressione post-partum, che colpisce circa una madre su cinque.

Attualmente, esistono trattamenti approvati dalla FDA per la depressione post-partum, ma la diagnosi precoce rimane una sfida. Laura Pritschet ha sottolineato: “Più apprendiamo sul cervello materno, maggiori saranno le possibilità di fornire sollievo”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience.

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