Gli ormoni dello stress potrebbero essere alla base del diabete correlato all’obesità, secondo una ricerca condotta dalla Rutgers. Questo studio suggerisce che gli ormoni dello stress giocano un ruolo principale nel promuovere il diabete, piuttosto che un segnale di insulina compromesso. L’articolo pubblicato su Cell Metabolism potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della resistenza all’insulina indotta dall’obesità e dei possibili trattamenti.
Christoph Buettner, capo di endocrinologia presso la Rutgers Robert Wood Johnson Medical School e autore principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di comprendere i meccanismi alla base dello sviluppo del diabete correlato all’obesità, considerando che il costo dell’epidemia diabete negli Stati Uniti supera i 300 miliardi di dollari all’anno.
La ricerca ha evidenziato che l’eccesso di cibo e l’obesità aumentano il sistema nervoso simpatico del corpo, con un aumento degli ormoni dello stress noradrenalina ed adrenalina che contrastano gli effetti dell’insulina, anche in presenza di un segnale di insulina cellulare funzionante.
Uno studio condotto su topi geneticamente modificati ha dimostrato che la riduzione degli ormoni dello stress ha impedito lo sviluppo di malattie metaboliche nonostante l’obesità. Questo suggerisce che i farmaci in grado di ridurre le catecolamine potrebbero essere utili nel prevenire o trattare il diabete.
Le scoperte potrebbero spiegare perché alcuni individui obesi sviluppano il diabete mentre altri no, e come lo stress possa influenzare la malattia. L’interazione tra gli ormoni dello stress e l’insulina potrebbe essere il meccanismo chiave alla base della resistenza all’insulina nell’obesità.
Studi futuri mireranno a confermare questi risultati anche su esseri umani e a esplorare ulteriormente il ruolo del sistema nervoso simpatico in diverse forme di diabete. L’obiettivo è sviluppare nuovi approcci terapeutici focalizzati sulla riduzione degli ormoni dello stress anziché sul segnale di insulina.
Questo studio, pubblicato su Cell Metabolism, potrebbe aprire nuove prospettive sulla resistenza all’insulina e sul trattamento del diabete, offrendo una visione diversa rispetto agli approcci terapeutici attuali.
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