Almeno 11 asini sono stati trovati morti nel Death Valley National Park. La regione è stata arrostita da temperature torride durante la sua estate più calda mai registrata. Tuttavia, non si crede che il calore estremo sia il colpevole diretto di queste morti. Il National Park Service (NPS) sta attualmente indagando sulle cause, ma sospetta fortemente che una fioritura di alghe tossiche presso l’Owls Hole Spring possa essere responsabile.
Il sovrintendente Mike Reynolds ha dichiarato che il NPS sta lavorando per rimuovere i muli selvatici dal Death Valley, non solo per la loro sicurezza, ma anche per ridurre gli impatti sulla fauna nativa. L’Owls Hole Spring è un corpo d’acqua stagnante nel parco nazionale che fornisce le condizioni ideali per la proliferazione di alghe e cianobatteri, soprattutto dopo un’estate calda. In presenza di un’elevata concentrazione di questi microrganismi, possono essere rilasciate tossine dannose per la salute degli animali.
Il NPS ha posto un cartello presso l’Owls Hole Spring, avvertendo i visitatori che l’acqua non è sicura per essere bevuta o toccata da esseri umani o animali domestici. È stato anche sottolineato che le persone e gli animali domestici non dovrebbero toccare gli asini deceduti. Gli asini, noti anche come muli, non sono originari del parco nazionale, ma discendono dagli asini selvatici africani del Nord Africa e della Penisola Arabica.
La popolazione di circa 4.000 individui nel Death Valley National Park discende dagli animali rilasciati dai minatori durante la Corsa all’oro. Nonostante le loro origini lontane, i muli selvatici hanno colmato un vuoto ecologico formatosi alla fine dell’era glaciale quando molte delle megafauna del Nord America sono state spinte all’estinzione.
Come specie invasiva, i muli selvatici possono causare problemi all’ecosistema locale. Consumano una grande quantità di vegetazione, che è già scarsa nell’ambiente desertico, limitando così il cibo disponibile per gli animali nativi come i Bighorn Sheep, le tartarughe del deserto e gli uccelli granivori. Inoltre, possono essere territoriali e aggressivi, impedendo ad altri animali di accedere alle fonti d’acqua scarse.
Nonostante gli sforzi per catturare i muli invasivi, non sono stati effettuati grandi raduni dal 2005 a causa della mancanza di fondi. Tuttavia, il Bureau of Land Management ha collaborato con il NPS per rimuovere 43 muli negli ultimi anni, mentre l’organizzazione non profit Peaceful Valley Donkey Rescue ha catturato 256 muli dal parco dal 2018. Nonostante ciò, la popolazione rimane relativamente numerosa.
Gli asini hanno comunque dei nemici naturali. Uno studio del 2022 ha evidenziato che i muli nel sud-ovest degli Stati Uniti sono predati dai puma. I ricercatori sostengono che gli asini e i grandi felini abbiano sviluppato una relazione ecologica che ha colmato il vuoto lasciato dall’estinzione delle grandi prede e dei felini dai denti a sciabola alla fine dell’era glaciale circa 13.000 anni fa.
Lo studio conclude che la comunità della conservazione dovrebbe dare priorità alla protezione dei predatori apicali e della megafauna rimanente nel mondo, indipendentemente dalla loro origine nativa.
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