Incontro ravvicinato tra il Sole e un’altra stella: spiegazione delle orbite insolite nel Sistema Solare

Un nuovo studio suggerisce che un passaggio stellare potrebbe aver influenzato le orbite trans-nettuniane

Un nuovo studio ha rivelato che il Sole potrebbe aver avuto un incontro ravvicinato con un’altra stella, il che potrebbe spiegare le orbite insolite degli oggetti nel Sistema Solare esterno.

Quando pensiamo al nostro Sistema Solare, di solito ci fermiamo al pianeta più esterno conosciuto, Nettuno. Tuttavia, esistono migliaia di corpi celesti che si muovono oltre l’orbita di Nettuno, come ha spiegato Susanne Pfalzner, astrofisica presso il Forschungszentrum Jülich. Si stima che ci siano decine di migliaia di oggetti con un diametro superiore ai 100 chilometri.

Molti di questi oggetti trans-nettuniani si muovono su orbite eccentriche inclinate rispetto al piano orbitale comune dei pianeti nel Sistema Solare, il che rappresenta un mistero per gli scienziati.

Alcuni team hanno ipotizzato che queste orbite insolite siano dovute a un nono pianeta, a errori nella nostra comprensione della gravità o all’influenza dei pianeti più grandi durante la loro migrazione nel Sistema Solare primordiale.

Tuttavia, un nuovo team di ricerca propone un’altra spiegazione: un incontro ravvicinato con una stella avvenuto diversi miliardi di anni fa. Attraverso 3.000 simulazioni, il team ha scoperto che un’avvicinamento di una stella leggermente più piccola del Sole potrebbe spiegare le orbite degli oggetti trans-nettuniani.

La stella simulata, leggermente più leggera del Sole, è passata vicino al nostro Sole a una distanza di circa 16,5 miliardi di chilometri, circa 110 volte la distanza Terra-Sole e poco meno di quattro volte la distanza di Nettuno.

Le simulazioni hanno prodotto diversi oggetti trans-nettuniani in orbite retrograde, un fenomeno che ha sorpreso gli scienziati ma che è stato confermato da recenti scoperte.

Gli incontri ravvicinati tra stelle sono più comuni nei primi stadi della formazione stellare, quando le stelle fanno parte del loro “gruppo di nascita”. Anche se rari, il team stima che ci sia una probabilità del 20-30% che il Sole abbia avuto un tale incontro nei 4,5 miliardi di anni dalla sua formazione.

Un’interessante implicazione di questo studio è che l’orbita di Nettuno potrebbe essere stata influenzata da questo incontro ravvicinato, sebbene in alcuni scenari il gigante di ghiaccio potrebbe essere stato “schermato” dagli effetti dell’altra stella.

Ulteriori osservazioni e lo studio delle orbite degli oggetti trans-nettuniani potranno confermare o confutare questa ipotesi. L’avvio dell’Osservatorio Vera C. Rubin nel 2025 potrebbe fornire ulteriori informazioni su questi oggetti, consentendo al team di approfondire la loro ricerca.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy e rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dell’evoluzione del nostro Sistema Solare.

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