Il 1996 è stato un anno ricco di eventi significativi per la comunità scientifica. Tra le varie scoperte e innovazioni di quell’anno, spicca la nascita di Dolly la pecora, un evento che ha segnato un importante traguardo nella storia della biologia.
Quell’anno, due studenti dottorandi della Stanford University davano vita a un progetto che avrebbe rivoluzionato il mondo dell’informazione: Google. Parallelamente, i biologi compivano un passo epocale sequenziando per la prima volta un genoma eucariotico, mentre gli astrofisici confermavano l’esistenza di un oggetto supermassiccio al centro della Via Lattea.
Tuttavia, tra tutti questi avvenimenti, la nascita di Dolly la pecora si distingue per la sua unicità. Nonostante ogni anno vengano alla luce numerosi agnelli, Dolly rappresentava qualcosa di straordinario: era il primo mammifero clonato da una cellula adulta, un’impresa ritenuta fino ad allora impossibile.
La clonazione di Dolly è stata resa possibile grazie al lavoro dei biologi Keith Campbell e Ian Wilmut, insieme al loro team dell’Istituto Roslin dell’Università di Edimburgo. Il metodo utilizzato, noto come trasferimento nucleare di cellule somatiche (SCNT), prevedeva l’estrazione del nucleo da una cellula adulta di pecora e il suo inserimento in un ovocita non fecondato, seguito da un impulso elettrico per avviare lo sviluppo embrionale.
Il 5 luglio 1996, Dolly veniva alla luce, diventando il primo esempio di clonazione di successo di un mammifero. Questa tecnica sarebbe stata in seguito impiegata con successo per clonare altri animali, come cavalli, gatti e scimmie rhesus, sebbene con una percentuale di successo non elevata.
La nascita di Dolly ha sollevato importanti questioni etiche e scientifiche, alimentando il dibattito sull’utilizzo della clonazione anche sugli esseri umani. Inoltre, sono emerse preoccupazioni sulla salute dei mammiferi clonati, in particolare riguardo al loro invecchiamento accelerato.
Nonostante le controversie, Dolly ha condotto una vita relativamente normale, partorendo sei agnelli e affrontando con successo una diagnosi di artrite nel 2001. Tuttavia, nel 2003 le sono stati diagnosticati tumori ai polmoni, che hanno portato alla decisione di sopprimerla.
Oggi, Dolly è esposta al Museo Nazionale di Scozia, simbolo di quanto la scienza possa raggiungere traguardi considerati in passato impossibili.
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