Il polpo è un animale affascinante e misterioso, con caratteristiche uniche che lo rendono un predatore temibile. Sollevando le braccia di un polpo, si può scoprire il suo becco, che ricorda la struttura di un pappagallo. Questo particolare dettaglio è ben nominato e rappresenta una delle curiosità di questo mollusco.
Ma cosa c’è dietro l’uso di questo becco? È collegato alla scoperta che tutti i polpi, le seppie e alcuni calamari sono velenosi. Questo potrebbe sorprendere coloro che conoscevano solo il veleno mortale del polpo ad anelli blu, ma è importante ricordare che anche altre specie di polpi possiedono questa caratteristica difensiva.
La dieta del polpo varia a seconda della specie e delle dimensioni, ma in generale consiste in una combinazione di crostacei, pesci piccoli e altri polpi. Sono animali predatori che cacciano principalmente di notte, avvolgendo le prede con i loro bracci altamente sensibili.
Una volta catturata la preda, il polpo inietta il veleno attraverso il becco, a volte direttamente nell’occhio della vittima. Questo veleno può essere utilizzato sia per cacciare che come strategia difensiva, rendendo i polpi creature da non sottovalutare.
Il polpo ad anelli blu e il polpo antartico sono considerati i più letali per gli esseri umani a causa del loro veleno, mentre il polpo del Pacifico gigante, pur potendo causare ferite, raramente provoca danni significativi.
Ma cosa succede una volta che il polpo ha catturato la preda? Ecco dove entra in gioco il “noodle” di escrementi del polpo. Questo particolare meccanismo è stato osservato all’Acquario della Baia di Monterey, dove un polpo del Pacifico gigante ha espulso una lunga stringa di rifiuti che è finita sull’anemone di mare residente nella vasca.
I polpi defecano espellendo i rifiuti attraverso il loro sifone, un tubo muscolare sul lato della testa che utilizzano anche per spingersi attraverso l’acqua. La forma stretta delle feci conferisce loro un aspetto simile a un noodle, che può diventare un pasto gradito per gli anemoni detritivori presenti nell’ambiente marino.
Infine, una curiosità linguistica: il plurale corretto di “polpo” non è “octopi”, come spesso erroneamente utilizzato, ma vi invito a scoprire qui la forma corretta.
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