Tempesta geomagnetica: struttura a spirale e ionosfera oblitterata

Tempesta geomagnetica
Sono stati rilevati per la prima volta modelli a spirale invisibili nella termosfera. (Vadim Sadovski/Shutterstock.com)

Una potente tempesta geomagnetica ha colpito il nostro pianeta tre mesi fa, causando straordinarie alterazioni nell’atmosfera. Tra i fenomeni unici innescati dall’evento, si è verificata la formazione di una enorme struttura a spirale nella termosfera e la completa oblitterazione dell’ionosfera nella regione a media latitudine.

L’evento è stato scatenato da una serie di sette espulsioni di massa coronale (CME) provenienti dal sole, che hanno generato la tempesta geomagnetica di classe G5 del 10 e 11 maggio. Questa è stata la più intensa tempesta registrata negli ultimi 20 anni e ha prodotto spettacolari aurore boreali a latitudini insolite.

Due nuovi studi, utilizzando lo strumento Global-scale Observations of the Limb and Disk (GOLD) della NASA, hanno analizzato l’impatto di questa tempesta sulla nostra atmosfera. Uno dei due studi ha esaminato come i cambiamenti di temperatura e pressione abbiano influenzato la struttura della termosfera.

Secondo le conclusioni dello studio, durante la tempesta geomagnetica si è verificata una differenza di temperatura di 400 Kelvin tra i poli e l’equatore, causando una struttura senza precedenti nell’alta atmosfera. Questa struttura a spirale, simile a un vortice o un mulinello, è stata osservata a medie latitudini e nella regione equatoriale, suggerendo una possibile rotazione come un’enorme uragano.

Il secondo studio ha utilizzato GOLD per monitorare i cambiamenti nell’ionosfera durante l’evento. I risultati hanno mostrato che l’Anomalia di Ionizzazione Equatoriale (EIA), di solito situata entro 10-20 gradi di latitudine dall’equatore, si è spostata verso sud a seguito della tempesta, fondendosi con l’aurora stessa vicino all’estremità del Sud America.

Con l’avvicinarsi del massimo solare previsto per il 2025, è probabile che si verifichino ulteriori tempeste geomagnetiche estreme in futuro, offrendo nuove opportunità di studio per gli scienziati. Gli autori dei due studi, pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters, si interrogano su cosa abbia causato questi fenomeni mai osservati prima e se siano dovuti a cambiamenti reali o a una maggiore precisione degli strumenti di misurazione.

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