Il mistero del segnale Wow! risolto: nubi di idrogeno freddo dietro l’enigma

Quando gli astronomi puntarono il Telescopio di Arecibo verso la stella di Teegarden e lo lasciarono passare, osservarono quattro picchi di luminosità prodotti dalle nubi di idrogeno freddo sullo sfondo.
Quando gli astronomi puntarono il Telescopio di Arecibo verso la stella di Teegarden e lo lasciarono passare, osservarono quattro picchi di luminosità prodotti dalle nubi di idrogeno freddo sullo sfondo. (Immagine cortesia di Méndez et al/telescopio di Arecibo)

Gli astronomi che si dedicano allo studio delle stelle nane rosse hanno individuato un elemento nel background che potrebbe finalmente spiegare il misterioso segnale che ha lasciato perplessi gli studiosi per oltre quattro decenni. Se le loro ipotesi fossero corrette, potrebbe aprirsi una nuova prospettiva per approfondire la nostra comprensione di eventi astronomici rari.

Negli anni ’70, il telescopio Big Ear, gestito dall’Università dello Stato dell’Ohio, era impegnato nella scansione del cielo alla ricerca di anomalie che potessero essere riconducibili a segnali di civiltà aliene. Fu proprio durante una di queste sessioni che, nel 1977, il volontario Jerry Ehman notò qualcosa di così straordinario da suscitare il suo entusiasmo, tanto da scrivere accanto “Wow!”. Quei 72 secondi di dati sono stati da allora conosciuti come il celebre segnale Wow!

Pur essendo considerata improbabile l’origine aliena del segnale, i tentativi di spiegarlo in altri modi sono stati finora infruttuosi. Ciò che rende così affascinante il segnale Wow! è che, nonostante il notevole progresso nel numero e nella potenza dei radiotelescopi, non è mai stato osservato nulla di simile. Tuttavia, di recente un team ha segnalato osservazioni multiple che presentano somiglianze con il segnale originale, sebbene siano circa 60-100 volte più deboli. Un articolo che descrive queste scoperte è attualmente in fase di revisione tra pari, ma è già disponibile online come preprint.

Una scansione della stampa originale del computer che mostra la nota di Jerry Ehman che dice Wow! accanto al segnale
Sicuramente il mistero con il nome migliore in astrofisica.
Osservatorio radio Big Ear e Osservatorio Astrofisico Nord Americano (NAAPO), Pubblico Dominio

Il professor Abel Méndez dell’Università di Porto Rico ha esaminato i dati archiviati dall’Osservatorio di Arecibo, raccolti tra il 2017 e il 2020. Durante le osservazioni delle stelle nane rosse vicine, il team ha individuato quattro segnali intriganti dietro la stella di Teegarden, con ulteriori esempi individuati in altri due casi. È importante sottolineare che il termine “segnale” in questo contesto si riferisce a qualsiasi elemento che non sia semplice rumore casuale, e non necessariamente a comunicazioni extraterrestri, come potrebbe essere erroneamente interpretato.

I segnali individuati da Méndez e colleghi sono stati identificati come prodotti da nubi interstellari di idrogeno freddo (HI) presenti nella galassia. Il telescopio Big Ear era appositamente progettato per cercare segnali vicino alla linea di emissione dell’idrogeno a 1420 MHz, comunemente nota come “il pozzetto”, poiché l’idrogeno è un componente fondamentale dell’acqua e potenzialmente utilizzato come punto di riferimento per eventuali forme di comunicazione interstellare.

Le osservazioni più recenti, condotte tra febbraio e maggio 2020, hanno rivelato segnali a banda stretta simili a quelli del segnale Wow! vicino alla linea dell’idrogeno, sebbene meno intensi. Méndez ha dichiarato che il segnale Wow! si distingueva per la sua brevità e per essere stato rilevato solo in una banda stretta di frequenze radio, caratteristiche insolite per fenomeni astronomici naturali ma attese nel contesto di comunicazioni aliene.

Secondo Méndez e il suo team, l’impennata del segnale Wow! potrebbe essere stata causata da una nuvola di idrogeno stimolata da un evento rapido, come ad esempio una brillata di magnetar. Questa ipotesi rappresenta una spiegazione più plausibile rispetto alle precedenti teorie che coinvolgevano civiltà aliene. L’attività delle stelle di neutroni, di cui i magnetar sono una sottoclasse, è stata considerata fin dall’inizio come possibile spiegazione del segnale Wow!, ma solo ora si è fatto il collegamento con le nubi di idrogeno freddo.

Le nubi di idrogeno freddo sono fenomeni noti da decenni, ma la loro individuazione richiede strumenti di osservazione di grande potenza come l’Osservatorio di Arecibo. Méndez ha sottolineato che il collegamento tra queste nubi e il segnale Wow! è stato possibile grazie alla modalità di osservazione “di deriva” adottata, che ha consentito di individuare lentamente gli oggetti astronomici, proprio come avveniva con il Big Ear.

Sebbene una spiegazione non aliena del segnale Wow! possa deludere gli appassionati, per gli astronomi professionisti rappresenterebbe comunque un importante traguardo. Questa nuova ipotesi non solo offrirebbe agli studiosi un punto di riferimento per future osservazioni, ma potrebbe anche fornire preziose informazioni sul comportamento delle nubi di idrogeno freddo e sui fenomeni che le stimolano.

Secondo il preprint, all’interno di una nuvola di idrogeno stimolata, i fotoni possono innescare l’emissione di ulteriori fotoni, generando un aumento significativo dell’intensità luminosa. Questo potrebbe spiegare le variazioni di luminosità osservate nel segnale Wow! e aprire nuove prospettive per lo studio di comportamenti astronomici insoliti.

Se la nuova ipotesi dovesse essere confermata, il segnale Wow! rappresenterebbe la prima rilevazione di una brillata di maser di idrogeno astronomico, un fenomeno successivamente osservato solo poche volte dopo il 1989. I maser sono laser che emettono radiazione a lunghezza d’onda microonde, e sebbene i maser di idrogeno astronomici siano stati prodotti in laboratorio, questa sarebbe la prima volta che uno di essi viene individuato a 1420 MHz.

Purtroppo, con il crollo dell’Osservatorio di Arecibo, il progetto di studio dei pianeti delle nane rosse continua con strumenti di osservazione più limitati. Il rapporto che descrive queste nuove scoperte è attualmente disponibile come preprint su ArXiv.org, in attesa di essere sottoposto a revisione tra pari.

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