Le prove archeologiche delle vittime di attacchi di squalo sono estremamente rare, suscitando grande interesse quando emergono storie come quella di una vittima giapponese di 3.000 anni fa, pubblicata nel 2021. Inizialmente considerata il caso più antico di attacco di squalo registrato, presto è emerso un possibile caso ancora più antico risalente a 6.000 anni fa. Esaminiamo più da vicino queste due antiche vittime.
Individuo n. 24
Circa 3.000 anni fa, tra il 1370 e il 1010 a.C., un uomo pescava nelle acque del Mar Interno di Seto, nell’arcipelago giapponese, quando fu attaccato da uno squalo di grandi dimensioni. Nonostante i suoi compagni lo recuperassero, l’uomo riportò gravi ferite. Le 790 ferite profonde e seghettate erano concentrate principalmente sulle braccia, le gambe e la parte anteriore del petto e dell’addome.
Dopo la sua morte, l’individuo fu sepolto nel cimitero della comunità, noto come il sito del cimitero di Tsukumo Shell-mound, scavato all’inizio del XX secolo.
Per lungo tempo, i ricercatori rimasero perplessi di fronte alle estese e varie ferite, simili a quelle di vittime di attacchi di squalo moderne e archeologiche. Solo un esame più approfondito permise di identificare le lesioni come causate da uno squalo, probabilmente una specie tigre o bianca. L’individuo, appartenente al popolo neolitico J mon del Giappone, era un cacciatore-raccoglitore noto per sfruttare le risorse marine.
La vittima antica del Perù
Poco dopo la scoperta dell’Individuo n. 24, due ricercatori hanno esaminato i resti di un ragazzo adolescente in un villaggio peruviano chiamato Paloma, risalente a circa 6.000 anni fa. Il ragazzo presentava segni di un attacco di squalo: la gamba sinistra mancava e il fianco destro e l’avambraccio destro mostravano segni di morsi seghettati profondi.
Il villaggio del ragazzo si trovava a circa 3,5 chilometri dalla costa del Pacifico del Perù, dove comunità che sfruttavano le risorse marine vivevano tra 7.800 e 4.000 anni fa. Il ragazzo fu sepolto con vari oggetti funerari, tra cui un guscio marino e cordini.
Le ferite del giovane, descritte in un libro nel 1989, potrebbero essere il risultato di un attacco di squalo mentre cercava di difendersi. Se confermato, sarebbe il caso più antico di vittima di attacco di squalo registrato.
Queste storie offrono uno sguardo affascinante sulla vita e la morte di antiche comunità, evidenziando la complessa relazione tra l’uomo e il mare in epoche remote.
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