C’è stato un calo significativo degli attacchi di cuore e degli ictus in Inghilterra dopo la campagna di vaccinazione anti-COVID-19, come riportato da uno studio nazionale. I benefici sono stati particolarmente evidenti con le dosi successive e i richiami. Sebbene non sia possibile escludere del tutto l’ipotesi di un’associazione tra vaccinazione e aumento di tali eventi, lo studio rende questa eventualità estremamente improbabile.
La teoria del complotto riguardante i vaccini contenenti microchip è stata ritenuta assurda dalla maggior parte del pubblico, ma coloro che si oppongono ai vaccini per principio hanno continuato a focalizzarsi sugli attacchi di cuore e sugli ictus come argomento principale. Questa narrazione, sebbene basata su un nucleo di verità, ha portato a una limitazione delle vaccinazioni con il vaccino AstraZeneca per la fascia d’età sotto i 40 anni nel Regno Unito.
Fin dall’inizio, le evidenze hanno dimostrato che i rischi legati ai vaccini erano nettamente inferiori rispetto a quelli derivanti dall’infezione da COVID-19, anche se si consideravano esclusivamente gli attacchi di cuore e gli ictus, escludendo le altre gravi conseguenze dell’infezione.
Nonostante ciò, la percezione dei vaccini come pericolosi ha continuato a persistere, riemergendo recentemente con l’annuncio di AstraZeneca di interrompere la produzione del proprio vaccino per motivi diversi. Un nuovo studio condotto da tre importanti università britanniche ha analizzato i dati sanitari anonimizzati di 45,7 milioni di adulti in Inghilterra per sfatare questo mito.
Lo studio ha coperto il periodo dal 8 dicembre 2020 al 23 gennaio 2022, evidenziando una riduzione del 10% nell’incidenza di trombosi arteriose, comprese gli attacchi di cuore e gli ictus, nelle 13-24 settimane successive alla prima dose di qualsiasi vaccino utilizzato nel Regno Unito. Questi risultati sono stati confermati anche per le dosi successive, con una diminuzione del 20% per il vaccino Pfizer/BioNTech e del 27% per il vaccino AstraZeneca.
Ulteriori approfondimenti saranno necessari per valutare se la decisione di limitare l’uso di AstraZeneca tra i giovani sia stata corretta. Tuttavia, con quasi 97.000 eventi trombotici in sei mesi, le riduzioni osservate significano un notevole numero di vite salvate.
Il team di ricerca ha riconosciuto che fattori confondenti potrebbero aver influenzato i risultati, ma le probabilità di un’alternativa spiegazione sono considerate estremamente basse.
La dottoressa Samantha Ip dell’Università di Cambridge, co-prima autrice dello studio, ha sottolineato che i dati confermano una riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari comuni dopo la vaccinazione anti-COVID-19, supportando l’efficacia e la sicurezza dei vaccini nel prevenire il COVID-19 grave e salvare vite umane.
Il professor William Whitely dell’Università di Edimburgo, co-autore dello studio, ha evidenziato che i benefici delle dosi successive e dei richiami superano i rischi di complicazioni cardiovascolari molto rare, offrendo rassicurazioni sulla sicurezza dei vaccini COVID-19.
Lo studio, pubblicato su Nature Communications in open access, ha confermato che gli eventi cardiovascolari comuni, come gli attacchi di cuore e gli ictus, sono stati ridotti dopo la vaccinazione, mentre le gravi malattie cardiovascolari sono aumentate dopo l’infezione da COVID-19.
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