Cosa ci differenzia dagli animali che condividono il 98,8 percento del nostro DNA? Questo è un interrogativo che ha suscitato diverse riflessioni nel corso del tempo. Uno degli argomenti centrali di questo dibattito riguarda la mancanza di capacità verbale nei chimpanzé. Esistono due teorie principali che cercano di spiegare perché i chimpanzé potrebbero non essere in grado di emettere suoni umani. La prima ipotesi suggerisce che potrebbe trattarsi di una questione fisiologica legata alle labbra, alla lingua o al sistema orale. La seconda teoria, invece, ipotizza che manchino loro le vie neurali necessarie per produrre suoni complessi.
Recenti studi hanno messo in discussione l’idea che i chimpanzé siano privi delle basi per il linguaggio. Gli animali sono noti per essere in grado di imitare il linguaggio umano, anche se solitamente si tratta di specie prive di un apparato vocale simile al nostro, come le balene e altri mammiferi marini. Nei bambini umani, le prime parole pronunciate spesso includono termini come “mamma”.
Un team di ricercatori ha esaminato vecchi filmati che ritraevano due scimpanzé di nome Johnny e Renata, entrambi capaci di pronunciare la parola “mamma”. Johnny è stato filmato al Suncoast Primate Sanctuary a Palm Harbor, in Florida, USA, mentre rispondeva in modo appropriato alla domanda “Puoi dire mamma?”. Per quanto riguarda Renata, le riprese provenivano da un notiziario universale degli Universal Studios chiamato Now Hear This!, rilasciato nel 1962. Tuttavia, non sono disponibili ulteriori dettagli sulla vita di Renata e su come abbia appreso a parlare.
Le ricerche precedenti su questo argomento si basavano su studi scientifici condotti su scimmie che vivevano in condizioni di benessere animale precarie. Questi studi, che oggi non rispetterebbero gli standard etici attuali, coinvolgevano animali traumatizzati, privati delle loro necessità emotive, ecologiche e sociali, spesso separati dalle loro madri in natura e esposti a trascuratezza e crudeltà.
Per verificare se persone non informate fossero in grado di comprendere ciò che dicevano gli scimpanzé, i ricercatori hanno condotto un esperimento. Le voci degli scimpanzé sono state mescolate con quelle di esseri umani affetti da patologie del linguaggio causate dalla malattia di Parkinson. I partecipanti allo studio non sapevano che due delle voci provenivano da scimpanzé e dovevano trascrivere le parole pronunciate durante l’esperimento. Se scrivevano “ma” o “mamma”, significava che i suoni emessi dagli scimpanzé erano simili alle parole umane.
La maggior parte dei partecipanti ha concordato sul fatto che almeno Renata stesse emettendo suoni simili a “mamma”, mentre ci sono state opinioni più divergenti riguardo ai suoni prodotti da Johnny. Questi risultati suggeriscono che gli scimpanzé siano in grado di apprendere vocalmente e di produrre le presunte “prime parole” dei linguaggi umani.
Il team di ricerca ha concluso che in passato gli scimpanzé sono stati sottovalutati e che possiedono le vie neurali necessarie per il linguaggio umano. Secondo gli autori, “le grandi scimmie possono produrre parole umane; il fallimento nel dimostrarlo mezzo secolo fa è stato dovuto agli errori dei ricercatori, non agli animali”.
Tuttavia, non tutti sono convinti di queste conclusioni. Julia Fischer, scienziata cognitiva presso il German Primate Center di Göttingen, ha dichiarato al New York Times che “questo articolo rappresenta un esempio della controversia nel campo del ‘linguaggio delle scimmie’. Ciò che le scimmie producono vocalmente non ha nulla a che fare con il linguaggio umano”, ha sottolineato.
Questo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports e apre nuove prospettive sulla capacità linguistica delle scimmie, sfidando le concezioni tradizionali e sollevando interrogativi sulle nostre conoscenze attuali in materia.