Carne coltivata in laboratorio per animali domestici: una svolta nel settore alimentare

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La proprietà degli animali domestici sta aumentando a livello globale, così come le emissioni di gas serra associate al loro cibo. (Chendongshan/Shutterstock.com)

Il Regno Unito ha recentemente concesso l’autorizzazione alla vendita di carne coltivata in laboratorio, ma non per consumo umano, bensì per l’alimentazione di gatti e cani. L’azienda britannica Meatly ha ottenuto il via libera per commercializzare prodotti alimentari destinati agli animali domestici, contenenti carne di pollo coltivata. L’obiettivo è iniziare la vendita entro la fine dell’anno, con prospettive di espansione per raggiungere volumi industriali nei prossimi tre anni.

Il processo di produzione di questa carne inizia con un campione di cellule prelevate da un uovo di pollo, che vengono coltivate in un incubatore controllato per variabili come temperatura e acidità. Le cellule vengono fornite di vitamine, minerali e aminoacidi, consentendo loro di crescere fino a diventare carne.

La motivazione principale dietro la produzione di carne coltivata in laboratorio è la riduzione dell’impatto dell’agricoltura industriale sull’ambiente naturale. L’agricoltura è responsabile di una parte significativa delle emissioni di gas serra a livello globale, con un impatto anche sul cambiamento del suolo. Sebbene non sia chiaro quanto contribuisca il cibo per animali domestici a questo carico, alcune stime indicano che potrebbe essere considerevole.

La carne coltivata in laboratorio rappresenta anche un’alternativa per coloro che sono preoccupati per il benessere degli animali da allevamento, ma desiderano comunque offrire una dieta carnivora ai propri animali domestici. Gli animali domestici consumano grandi quantità di carne ogni giorno, e questa innovazione potrebbe contribuire a ridurre le emissioni, il consumo di risorse e il benessere degli animali legati alla produzione tradizionale di carne.

Nonostante i suoi benefici, la carne coltivata in laboratorio non è universalmente accettata. Alcuni paesi europei si sono opposti a questa pratica, mentre altri, come l’Italia, hanno vietato la vendita di carne coltivata in laboratorio per preservare la tradizione alimentare nazionale e tutelare la salute dei cittadini.

Uno studio condotto nel Regno Unito ha rivelato che una percentuale significativa di consumatori sarebbe disposta a utilizzare carne coltivata per i propri animali domestici, anche se non la consumerebbero personalmente. Questo dimostra un’apertura maggiore verso l’adozione di questa tecnologia nel settore alimentare per animali domestici.

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