L’analisi dei dati della risonanza magnetica cerebrale di 4.757 bambini ha portato a nuove intuizioni sul modo in cui sesso e genere influenzano il cervello umano. Il team di ricerca ha concluso che, per quanto riguarda la connettività cerebrale, sesso e genere sono due concetti distinti. In passato, si è dato troppo peso al sesso, trascurando il genere – un aspetto che le future ricerche scientifiche dovrebbero correggere.
“Sesso e genere sono stati spesso confusi nella ricerca, quando invece avrebbero dovuto essere esaminati separatamente”, ha affermato la dottoressa Elvisha Dhamala, professore assistente presso gli Istituti Feinstein per la Ricerca Medica. Numerosi studi nel corso degli anni hanno cercato di analizzare l’interazione complessa tra sesso, genere e il funzionamento cerebrale umano.
Le discussioni sull’identità di genere e su come essa possa influenzare la salute e il comportamento di una persona, anche se diversa dal sesso biologico, sono diventate sempre più intricate. Per approfondire la neurobiologia di sesso e genere nei bambini, Dhamala e colleghi di varie università hanno utilizzato i dati raccolti come parte dello Studio ABCD (Adolescent Brain Cognitive Development), il più grande studio a lungo termine sullo sviluppo cerebrale negli Stati Uniti.
I dati della risonanza magnetica funzionale (fMRI) sono stati acquisiti quando i bambini avevano tra 9 e 10 anni. Il campione era equamente diviso tra bambini di sesso maschile e femminile alla nascita, e le informazioni sull’identità di genere sono state ottenute da questionari compilati dai genitori.
I risultati hanno evidenziato reti di connettività cerebrale uniche e sovrapposte associate a sesso e genere. Il sesso era principalmente correlato alle reti motorie, visive, di controllo e limbiche, mentre il genere era distribuito in modo più diffuso in tutto il cervello.
Secondo lo studio, sesso e genere sono concetti distinti, anche nell’interazione tra diverse regioni cerebrali. Tuttavia, i metodi di raccolta dati presentano alcune limitazioni, come sottolineato dai commentatori dello studio.
Il Professor Derek Hill, esperto di Salute Digitale e Scienze dell’Imaging Medico, ha evidenziato che i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altre fasce d’età, poiché i dati sono stati raccolti solo da bambini di 9-10 anni. La dottoressa Anne-Lise Goddings, consulente accademico clinico in Pediatria e Salute dell’Adolescente, ha invitato alla cautela nell’interpretare i risultati, sottolineando che la misura di ‘genere’ si basa principalmente sulle percezioni dei genitori riguardo al gioco stereotipato ‘di genere’ dei loro figli.
È importante notare che lo studio non fornisce risposte definitive sul presunto divario tra cervelli maschili e femminili. La dottoressa Dhamala ha chiarito che le differenze osservate potrebbero derivare da influenze sociali ed ambientali diverse a cui sono esposti i bambini di sesso maschile e femminile.
Le domande su come sesso e genere si riflettano nel cervello rimangono cruciali, specialmente considerando le evidenti differenze nella suscettibilità a vari disturbi neurologici e psichiatrici tra i sessi. Se, come suggerisce lo studio, l’influenza del genere è ampia e distinta dall’influenza del sesso all’interno del cervello, è fondamentale che le future ricerche tengano conto di questo aspetto.
La dottoressa Dhamala ha sottolineato che questa ricerca mette in luce i complessi modi in cui fattori biologici ed ambientali influenzano l’organizzazione cerebrale, evidenziando l’importanza di considerare sia il sesso che il genere di una persona per una comprensione completa della salute e della malattia lungo l’arco della vita umana. Lo studio è stato pubblicato su Science Advances.
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