Il Mistero di Paleodictyon: Enigmatiche Forme nel Profondo dell’Oceano Atlantico

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None (Vasyl Rohan/Shutterstock.com)

Dalle scogliere di arenaria del continente europeo alle profondità dell’Oceano Atlantico, un enigmatico segno geometrico ha lasciato il suo misterioso impronta sin dagli albori della vita complessa. Migliaia di perfetti fossili a forma di alveare sono stati rinvenuti, ma la vera natura di chi li ha creati rimane avvolta nel mistero per gli scienziati.

Il primo avvistamento documentato di queste forme straordinarie risale al Manoscritto I di Parigi di Leonardo Da Vinci, dove tra schizzi di fossili marini si trova un disegno di una griglia connessa di esagoni perfetti, successivamente identificata come appartenente a una creatura antica chiamata Paleodictyon nodosum.

Le prime tracce fisiche di questo enigmatico organismo sono state scoperte in rocce sedimentarie che un tempo giacevano sul fondo di un oceano durante l’Eocene, circa 55-35 milioni di anni fa. Composto da una serie di tunnel e pozzi a rete che si collegano per formare disposizioni a nido d’ape, P. nodosum è stato trovato in sedimenti prosciugati in tutta Europa, con i campioni più antichi che risalgono al Periodo Cambriano, circa 500 milioni di anni fa.

La domanda che tormenta gli scienziati è se queste impressioni preistoriche siano state create da creature che vivevano sul fondo marino antico o se siano l’impronta dell’organismo stesso. Inoltre, la scoperta che il creatore di questi modelli potrebbe ancora esistere sul fondo dell’Oceano Atlantico ha aggiunto un ulteriore strato di mistero.

Nel 1970, durante l’esplorazione della Dorsale Atlantica, una catena montuosa sottomarina, gli scienziati hanno iniziato a notare disposizioni di piccoli buchi sul fondo dell’oceano simili ai disegni esagonali associati a Paleodictyon. Solo nel 2003, dopo aver rimosso lo strato di polvere e sedimenti che nascondeva l’origine dei buchi, i ricercatori hanno trovato reti di tunnel sotterranei a forma di nido d’ape identici a quelli associati a Paleodictyon.

Nonostante i campioni siano stati recuperati da profondità di circa 3.500 metri, le tane esagonali erano completamente vuote di qualsiasi organismo, vivo o morto, e non sono state rilevate tracce di DNA all’interno dei tunnel. Questo ha lasciato gli scienziati con più domande che risposte su ciò che sta generando questi modelli ipnotizzanti, presenti da circa 500 milioni di anni.

Le ipotesi riguardanti l’origine di Paleodictyon variano, con alcune teorie che suggeriscono che possa trattarsi di calchi lasciati da organismi simili a spugne di vetro o a creature giganti unicellulari conosciute come xenofiofori. Altre ipotesi indicano che le reti possano essere i resti di nidi abbandonati o che le tane siano prodotte da piccoli nati che si fanno strada attraverso il sedimento.

Nonostante le molte speculazioni, il mistero di Paleodictyon rimane irrisolto, continuando a intrigare e affascinare gli scienziati con la sua enigmatica presenza nel profondo dell’Oceano Atlantico.

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