Il mondo è un meraviglioso spettacolo di colori che affascina gli occhi di tutti noi. Gli animali, che spesso si affidano alla vista per percepire il loro ambiente, utilizzano i colori e i pattern come un linguaggio per comunicare tra di loro e con le altre specie. Ma cosa dire degli animali che vivono sottoterra, lontano dalla luce e dalla vista? Perché dovrebbero avere colori vivaci e appariscenti?
La risposta a queste domande affascinanti è stata cercata dagli biologi evoluzionisti, che hanno trovato spiegazioni teoriche ed empiriche per l’evoluzione di tali caratteristiche. Tutto è iniziato con mutazioni casuali nei geni degli individui, che hanno portato a vantaggi inaspettati, permettendo loro di sopravvivere, riprodursi e trasmettere quelle mutazioni.
Alcuni animali utilizzano colori criptici per mimetizzarsi con l’ambiente circostante e sfuggire ai predatori. Pensiamo alle gazzelle color sabbia nella savana o ai camaleonti capaci di mimetizzarsi in modo sorprendente. Essere meno visibili ai predatori aumenta le probabilità di sopravvivenza e di trasmettere i propri geni.
Al contrario, alcune specie mostrano colori vivaci che spiccano rispetto allo sfondo. Questi colori brillanti possono essere favoriti durante la selezione sessuale o servire da segnale di allarme per i predatori, contribuendo alla persistenza di tali caratteristiche.
Un esempio affascinante sono i gamberi di fiume, cugini d’acqua dolce delle aragoste. Mentre molti di loro sono mimetici con colori criptici, ben 400 specie sono ricoperte di blu, rosso, arancione o viola. Questi crostacei dai colori vivaci vivono principalmente in tane fangose e sono attivi di notte.
La domanda che si sono posti Zackary A. Graham e Dylan J. Padilla Perez è stata: perché avere colori così sgargianti se nessuno li vedrà? Questo fenomeno sembra non offrire alcun vantaggio evolutivo evidente: potrebbe essere un tratto neutro dal punto di vista evolutivo?
Questo ci porta a uno dei problemi più complessi della scienza: dimostrare l’assenza di pressione evolutiva per i carapaci colorati. Come ha sottolineato Graham, non tutti i tratti presenti negli organismi sono adattivi. L’evoluzione non mira alla perfezione, ma alla sopravvivenza e alla trasmissione dei geni.
Attraverso l’analisi di un albero filogenetico e di immagini di gamberi di fiume accuratamente etichettati da studenti di Biologia dei Gamberi, è emerso che i colori vistosi sono emersi più di 50 volte durante l’evoluzione di queste specie. Inoltre, l’evoluzione dei colori era correlata all’evoluzione dei comportamenti di scavo.
Un’ipotesi interessante è che la colorazione mimetica color sabbia di alcuni gamberi di acqua aperta sia emersa sotto pressione evolutiva per mimetizzarsi meglio con l’ambiente circostante. Inoltre, nessun gambero di fiume colorato in modo vistoso manteneva i propri colori quando evolveva comportamenti acquatici.
Le mutazioni che portano alla colorazione vistosa nei gamberi di fiume potrebbero essere piuttosto comuni. Se non vi è alcuna pressione evolutiva che li ostacoli, queste mutazioni si diffonderanno nella popolazione, colorando i gamberi di fiume solo per il piacere dei nostri occhi.
Lo studio condotto da Graham e Perez è stato pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, gettando nuova luce su un aspetto affascinante dell’evoluzione animale.
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