Riduzione storica della deforestazione in Amazzonia brasiliana

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Un branco di ara giacinto ( (Tarcisio Schnaider/Shutterstock.com)

La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana sta registrando un calo costante da oltre un anno e ha raggiunto il tasso più basso degli ultimi cinque anni, secondo i dati dell’Istituto nazionale di ricerca spaziale del Brasile (INPE) analizzati da Mongabay.

Il sistema DETER dell’INPE ha evidenziato una diminuzione del 51 percento della deforestazione tra agosto 2023 e aprile 2024 rispetto al periodo precedente, nonostante le vaste aree dell’Amazzonia settentrionale abbiano subito una grave siccità nel 2023.

La deforestazione in Amazzonia è principalmente causata dal disboscamento per l’industria del legname, le miniere e l’allevamento, alimentata dalla crescente richiesta globale di commodities come carne bovina, soia e olio di palma.

Le immagini satellitari utilizzate dall’INPE per monitorare la deforestazione rivelano quanto terreno venga liberato dagli alberi, consentendo di valutare l’entità del fenomeno.

È interessante notare che nonostante il clima secco, che di solito aumenta il rischio di incendi boschivi e di conseguenza la deforestazione, quest’anno sembra non aver influito in modo significativo su questo fenomeno.

Le banche e gli istituti finanziari, compresi quelli internazionali, stanno investendo miliardi di dollari nelle agro-industrie legate alla deforestazione, contribuendo così a perpetuare questo problema ambientale.

Parte del recente calo della deforestazione in Brasile potrebbe essere attribuito all’amministrazione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha preso il posto di Jair Bolsonaro nel gennaio 2023.

Bolsonaro, noto per le sue politiche anti-ambientaliste, ha favorito l’agro-business a discapito dell’ambiente, causando un aumento significativo della deforestazione durante il suo mandato.

Lula, al contrario, ha promesso di combattere la deforestazione, sostenere l’agricoltura sostenibile e riformare il codice fiscale del Brasile per promuovere un’agenda verde.

Tuttavia, da quando è salito al potere, ci sono state critiche sul fatto che non abbia mantenuto pienamente le sue promesse in materia ambientale e climatica.

Nonostante i recenti progressi, la foresta amazzonica rimane ancora di fronte a sfide enormi, con uno studio che prevede un potenziale collasso entro il 2050 a causa del cambiamento climatico e della deforestazione.

Secondo l’autore principale dello studio, Bernardo Flores, la foresta pluviale potrebbe trasformarsi in praterie o ecosistemi degradati con una minore copertura arborea, avvicinandoci così a un punto di svolta su larga scala più rapidamente di quanto si pensasse in precedenza.

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