Impatto del cambiamento climatico sulla salute cerebrale: uno studio allarmante

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Sì, non c’è mai un lato positivo con la crisi climatica. (Malchevska/Shutterstock.com)

La crisi climatica in corso rappresenta una minaccia per l’umanità, con le persone meno responsabili dei danni ambientali che spesso subiscono le conseguenze più gravi. Gli effetti sulla salute derivanti da questa crisi sono sempre più evidenti, con segnali preoccupanti che indicano un impatto diretto sul benessere cerebrale. Un recente studio condotto da ricercatori ha analizzato 332 articoli pubblicati dal lontano 1968 fino al 2023, evidenziando un’imminente e significativa influenza negativa del cambiamento climatico sulla salute neurologica.

Le ricerche hanno preso in considerazione ben 19 condizioni nervose, tra cui ictus, emicrania, Alzheimer, meningite, epilessia e sclerosi multipla, oltre a disturbi psichiatrici comuni come ansia, depressione e schizofrenia. Gli eventi climatici estremi, come ondate di calore e gelate, accentuano i fattori di rischio e le caratteristiche che rendono queste condizioni così pericolose.

Secondo il professor Sanjay Sisodiya, autore principale dello studio condotto presso l’University College di Londra, esiste una chiara correlazione tra il clima e alcune patologie cerebrali, in particolare ictus e infezioni del sistema nervoso. Le variazioni climatiche che influenzano tali malattie includono estremi di temperatura, sia bassi che alti, e una maggiore variazione termica durante il giorno, soprattutto se insolitamente stagionale.

Un aspetto rilevante riguarda le temperature notturne, che possono influenzare il sonno e peggiorare le condizioni cerebrali. Il sonno disturbato è noto per aggravare diverse patologie neurologiche. Inoltre, le persone affette da disturbi mentali o neurologici potrebbero avere difficoltà a cercare aiuto in condizioni ambientali avverse, soprattutto le persone con demenza.

Il team di ricerca sottolinea l’importanza di mantenere aggiornati i dati e di adottare misure preventive. La situazione attuale della crisi climatica è allarmante e richiede un intervento deciso da parte dei leader politici per evitare scenari futuri ancora più critici. Il professor Sisodiya ha aggiunto che il lavoro di ricerca deve rimanere flessibile e dinamico per fornire informazioni utili sia a livello individuale che organizzativo.

È preoccupante il fatto che ci siano pochi studi che valutino le conseguenze delle malattie cerebrali in scenari climatici futuri, rendendo difficile la pianificazione preventiva. L’ansia climatica rappresenta un ulteriore fattore di preoccupazione, poiché molte patologie cerebrali sono associate a un rischio maggiore di disturbi psichiatrici, complicando ulteriormente gli impatti del cambiamento climatico e le necessarie azioni di adattamento per preservare la salute.

Nonostante le sfide, esistono azioni che possono essere intraprese fin da ora per affrontare questa emergenza. L’articolo che riporta questi importanti risultati è stato pubblicato sulla rivista Lancet Neurology.

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