Un nuovo strumento sviluppato dai bioingegneri del Caltech si è dimostrato finora il migliore nel tradurre i segnali cerebrali generati dal discorso interno. Questa tecnologia, se ulteriormente sviluppata, potrebbe rivoluzionare la comunicazione per le persone impossibilitate a parlare, consentendo loro di esprimersi solo con i propri pensieri.
Le interfacce cervello-macchina (BMIs) stanno già compiendo progressi straordinari. Questi sistemi, che collegano i segnali elettrici del cervello a un dispositivo di output per sostituire o ripristinare funzioni corporee, hanno aiutato pazienti paralizzati a recuperare la capacità di camminare. Nel caso del primo soggetto sperimentale di Neuralink, hanno permesso di controllare un computer telepaticamente.
Uno degli utilizzi principali di queste tecnologie è nell’assistere la comunicazione. Per individui impossibilitati a parlare a causa di malattie neurologiche o traumi cerebrali, le BMIs offrono la possibilità di recuperare la voce. Tuttavia, dispositivi come quelli utilizzati da Stephen Hawking presentano alcune limitazioni, come la difficoltà nel catturare il ritmo naturale del discorso e la necessità di pronunciare le parole ad alta voce, non sempre possibile per tutti.
La soluzione ideale sarebbe decodificare il discorso interno, consentendo alle persone di comunicare semplicemente immaginando di parlare. Sebbene siano stati fatti progressi in questo ambito, rimane una sfida complessa con risultati misti. Il team del Caltech ha sviluppato un sistema innovativo con il potenziale per decodificare il discorso interno con una precisione senza precedenti.
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