Vaccino Universale contro il Coronavirus: Prospettive e Sfide

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Schema delle gabbie proteiche sviluppate da altri scienziati per i vaccini, confrontate con il RBD Quartet che combina regioni di quattro coronavirus per ampliare la resistenza. (Hills et al/Nature Nanotechnology (CC BY 4.0))

I ricercatori impegnati nello sviluppo di un vaccino universale contro il coronavirus, in grado di prevenire le epidemie prima che si verifichino, hanno ottenuto risultati positivi nei test condotti su topi. Il vaccino ha dimostrato di conferire immunità contro il virus SARS originale, nonostante non sia stato progettato specificamente per questo virus. È evidente che molti virus presenti negli animali potrebbero passare agli esseri umani in futuro. Inoltre, i virus che hanno già effettuato questo salto continueranno a mutare, dando origine a nuove varianti capaci di eludere le difese immunitarie esistenti.

Nel contesto di un mondo sempre più interconnesso, tali malattie hanno il potenziale di diffondersi rapidamente e causare gravi conseguenze. Sebbene la produzione più rapida di nuovi vaccini possa offrire un aiuto, è preferibile adottare un approccio preventivo. La chiave risiede nella vaccinologia proattiva, ovvero nella ricerca di modalità per proteggere contro virus ancora sconosciuti o non ancora trasferitisi agli esseri umani.

Il dottor Rory Hills dell’Università di Cambridge e il suo team stanno lavorando per sviluppare un vaccino che offra una protezione preventiva contro la prossima pandemia di coronavirus, anticipandone l’insorgenza. Il loro obiettivo è creare un vaccino in grado di difendere contro una vasta gamma di coronavirus, compresi quelli attualmente sconosciuti.

Il vaccino sperimentale, denominato Quartet Nanocage, si basa su nanoparticelle legate strettamente a catene di antigeni virali tramite una colla proteica appositamente creata. Queste catene addestrano il sistema immunitario a riconoscere le regioni dei coronavirus che rimangono costanti attraverso le diverse varianti.

Il team di ricerca non è il solo ad impegnarsi nello sviluppo di un vaccino proattivo contro il coronavirus. Alcuni scienziati lavorano su questa idea fin dall’epidemia di SARS del 2003, accelerando i loro sforzi con l’avvento della pandemia di COVID-19 e i progressi nella produzione di vaccini. Tuttavia, i ricercatori ritengono che il loro approccio sia più semplice da sviluppare rispetto ad altre alternative.

Il Quartet Nanocage ha dimostrato di generare una risposta immunitaria più ampia e più potente rispetto ad altri metodi testati. Gli anticorpi prodotti sono stati in grado di neutralizzare il virus SARS1 originale, confermando l’efficacia del vaccino. Inoltre, il vaccino ha dimostrato di essere efficace anche contro le varianti attuali, offrendo una protezione ampia e robusta.

Sebbene i risultati ottenuti nei topi siano promettenti, è importante ricordare che l’efficacia dei vaccini nei modelli animali potrebbe non riflettere pienamente la risposta umana. Tuttavia, un vaccino che riduca anche in modo modesto le infezioni potrebbe essere cruciale per prevenire la diffusione incontrollata del virus, come avvenuto all’inizio della pandemia.

Infine, la tecnologia alla base del Quartet Nanocage potrebbe essere estesa ad altre famiglie di virus, come l’influenza, aprendo la strada a nuove strategie di prevenzione e controllo delle malattie infettive. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology.

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