Le onde anomale, giganteschi colossi del mare, due volte più alte delle onde vicine, sono un noto fenomeno che ha affascinato l’umanità per secoli. Leggende di montagne d’acqua inimmaginabili alte come edifici di dieci piani hanno popolato il folklore marittimo e la letteratura. Tuttavia, solo di recente la tecnologia ha permesso agli scienziati di individuare e studiare queste onde misteriose in mare aperto, trasformando così le leggende in realtà.
La prima e più famosa misurazione di un’onda anomala è stata quella dell’onda Draupner, un mostro di 25,6 metri registrato nel Mare del Nord il 1 gennaio 1995. Nonostante le osservazioni, ancora non sappiamo con esattezza con che frequenza si verificano le onde anomale, né se possiamo prevederle. Un record di un’onda anomala non include caratteristiche specifiche che distinguono il mare intorno ad essa, rendendo difficile fare confronti o prevedere le condizioni necessarie per la loro formazione.
Il nostro team ha preso il mare con la rompighiaccio sudafricana S.A. Agulhas-II per inseguire le onde anomale nell’Oceano Meridionale, dove i potenti venti plasmano le onde più feroci della Terra. In questo ambiente dinamico, diversi meccanismi possono dare origine alle onde anomale, tra cui la sovrapposizione di multiple onde nello stesso luogo e tempo, generando un’energia concentrata che porta alla formazione di onde alte.
Uno studio numerico e di laboratorio suggerisce che i forti venti contribuiscano anche allo sviluppo delle onde anomale, spingendo con più forza su alcune forme d’onda già alte. Tuttavia, il vento è stato raramente considerato nell’analisi delle onde anomale, nonostante il suo potenziale impatto significativo.
Le onde oceaniche, spinte dal vento, crescono progressivamente più alte, più lunghe e più veloci. Durante questa fase di crescita, le onde sono “giovani” e sensibili all’input del vento. Le nostre recenti osservazioni mostrano che condizioni marine uniche con onde anomale possono sorgere durante questa fase, suggerendo che i parametri del vento potrebbero essere fondamentali per la formazione di onde anomale.
Le onde oceaniche sono una delle forze naturali più potenti sulla Terra e potrebbero diventare ancora più potenti a causa dei cambiamenti climatici. Quando le onde sono ripide e simili in lunghezza, ampiezza e direzione, un meccanismo di auto-amplificazione può innescare la formazione di onde anomale, aumentando la loro probabilità. Tuttavia, finora non c’è stata evidenza che questo meccanismo renda le onde anomale più comuni in mare aperto.
Abbiamo utilizzato un nuovo metodo di imaging tridimensionale per scandagliare la superficie oceanica durante la nostra spedizione nell’Oceano Meridionale. Questo metodo, che imita la visione umana, ci ha permesso di catturare dati durante varie fasi della crescita delle onde, mostrando che le onde giovani presentano segni di auto-amplificazione e una maggiore probabilità di onde anomale. Le nostre scoperte sfidano il pensiero precedente e suggeriscono che il vento potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella formazione delle onde anomale.
Il nostro studio ha dimostrato che, per prevedere le onde anomale in modo accurato, è essenziale considerare il vento in modo approfondito. Questo aspetto potrebbe essere il collegamento mancante per comprendere appieno questo fenomeno misterioso e affascinante che continua a sfidare la nostra comprensione dell’oceano e delle sue forze.
*Questo articolo è ripubblicato da The Conversation con licenza Creative Commons. Leggi l’articolo originale.
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