Il Mar Morto, situato tra Giordania, Israele e Palestina, è uno dei corpi d’acqua più salati del pianeta. Questo lago interno, privo di vita vegetale, animale e ittica, deve la sua estrema salinità al fatto che riceve acqua solo dal fiume Giordano, senza avere sbocchi. L’acqua, evaporando, lascia dietro di sé i suoi minerali e sali, rendendo il Mar Morto sempre più salato nel corso del tempo. Attualmente, si stima che la sua salinità sia 9,7 volte superiore a quella dell’oceano.
L’attività umana ha contribuito ad intensificare la salinità del Mar Morto, poiché sempre meno acqua fresca raggiunge il lago a causa di fattori come le dighe e la deviazione delle acque per scopi agricoli. Questo ha ridotto ulteriormente la diluizione dell’acqua salata. Inoltre, il clima caldo della regione e le sorgenti ricche di minerali lungo le rive del lago, dovute all’attività tettonica, contribuiscono alla sua elevata salinità.
Il Mar Morto è il secondo lago più salato del mondo, superato solo dallo stagno di Gaet’ale in Etiopia, che ha una salinità del 43,3%, rispetto al 34% del Mar Morto. Considerando che l’oceano ha una salinità media del 3,5%, si comprende quanto sia eccezionalmente salato il Mar Morto. Questa elevata salinità conferisce al lago una consistenza simile a un mix di olio d’oliva e sabbia, permettendo a chiunque vi entri di galleggiare facilmente.
La salinità del Mar Morto sta aumentando a causa dell’attività umana, con una diminuzione dei livelli del lago di circa 1,2 metri all’anno. Gli scienziati hanno osservato che, in risposta all’aumento della salinità, si sta formando uno spesso strato di sale sul fondo del lago attraverso un processo noto come “salt fingering”. Questo fenomeno avviene quando l’acqua calda, più salata, si deposita sul fondo più freddo, perdendo la capacità di trattenere il sale e creando cristalli di sale.
Nonostante la sua estrema salinità, nel Mar Morto sono presenti microrganismi in concentrazioni relativamente basse. Gli esseri viventi non possono sopravvivere a tali condizioni, ma sono stati identificati circa 1.000-10.000 archei per millilitro d’acqua. Nel 1992, una fioritura di Dunaliella parva ha colorato di rosso il Mar Morto a causa dell’alta presenza di bacterioruberina, dimostrando che, nonostante il suo nome, il Mar Morto non è del tutto privo di vita.
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