Gli animali non hanno una buona reputazione quando si tratta di trasmettere virus. Infatti, molte delle malattie infettive più note nell’uomo, come il COVID-19, l’Ebola e l’influenza suina, hanno origine da virus che si diffondono naturalmente tra gli animali. Tuttavia, un nuovo studio potrebbe cambiare questa percezione, poiché ha rivelato che i virus si trasmettono più frequentemente dagli esseri umani agli animali piuttosto che viceversa.
Le zoonosi, ovvero le malattie in cui i virus passano dagli animali agli esseri umani, hanno un impatto significativo sulla salute pubblica, come dimostrato negli ultimi anni. Per essere preparati ad affrontare future epidemie virali, un team di ricercatori ha esaminato quasi 12 milioni di genomi virali appartenenti a 32 famiglie virali, analizzandone l’evoluzione e le mutazioni acquisite nel passaggio tra diversi ospiti.
Il Professor Francois Balloux, co-autore dello studio, ha sottolineato l’importanza della sorveglianza e del monitoraggio della trasmissione virale tra animali e esseri umani per comprendere meglio l’evoluzione dei virus e per essere preparati ad affrontare future epidemie. Questo approccio potrebbe contribuire anche agli sforzi di conservazione delle specie animali.
Una delle scoperte più sorprendenti dello studio è stata che gli esseri umani sono sia una fonte che un serbatoio per la trasmissione virale. Infatti, su 599 eventi di trasmissione esaminati, il 64% è avvenuto dagli esseri umani agli animali domestici o selvatici, fenomeno noto come antroponosi, quasi il doppio rispetto a quelli da animali agli esseri umani.
Questo dato è rilevante per la salute umana e animale, poiché le infezioni virali negli animali provenienti dagli esseri umani possono causare danni all’ambiente, minacciare la conservazione delle specie e influenzare la sicurezza alimentare, come nel caso dell’influenza aviaria H5N1 che ha richiesto il sacrificio di grandi quantità di bestiame per prevenire epidemie.
Inoltre, se un virus trasportato dagli esseri umani infetta una nuova specie animale, potrebbe continuare a diffondersi anche dopo essere stato eradicato tra gli esseri umani, o addirittura evolvere nuove varianti prima di tornare a infettare gli esseri umani.
Lo studio ha anche evidenziato che il passaggio a ospiti diversi è associato a un aumento delle mutazioni nei virus, sebbene i virus in grado di infettare molte specie animali mostrino una minore tendenza a mutare. Queste informazioni potrebbero aiutare i ricercatori a individuare potenziali minacce virali future.
Comprendere come e perché i virus evolvono per passare a ospiti diversi potrebbe fornire preziose informazioni su come emergono nuove malattie virali negli esseri umani e negli animali, come ha concluso l’autore principale Cedric Tan. Lo studio è stato pubblicato su Nature Ecology & Evolution.
Links: