Antichi sedimenti oceanici hanno rivelato le fluttuazioni nella forza della Corrente Circumpolare Atlantica (ACC) negli ultimi 5,3 milioni di anni. Questa scoperta offre uno sguardo dettagliato sulle variazioni climatiche nel corso del tempo. In particolare, è emerso che la corrente è stata più forte durante i periodi di maggior calore terrestre, suggerendo una correlazione tra l’attività dell’ACC e le condizioni climatiche globali. Questo fenomeno assume particolare rilevanza nell’attuale contesto di cambiamenti climatici indotti dall’attività umana.
L’ACC è un gigante marino, trasportando una quantità d’acqua che supera di gran lunga quella di tutti i fiumi del mondo messi insieme. La sua importanza nel plasmare il clima terrestre è evidente, poiché si ritiene che sia responsabile del clima più freddo attuale rispetto a milioni di anni fa. In passato, la posizione geografica di Tasmania e della Patagonia ha influenzato l’andamento dell’ACC, impedendo il raggiungimento delle acque calde dai tropici alle coste antartiche.
Recenti studi hanno evidenziato un aumento della velocità dell’ACC, attribuito a venti più intensi nelle latitudini principali in cui la corrente si sviluppa. Questo incremento di velocità potrebbe essere legato al riscaldamento globale, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per confermare questa ipotesi. La complessità dei fattori che influenzano l’ACC include anche l’attrazione gravitazionale di Marte, sebbene il suo impatto sia ritenuto significativo solo su scale temporali molto lunghe.
Per approfondire la comprensione della storia dell’ACC, un team internazionale ha condotto un’indagine utilizzando carote di sedimenti prelevate dal profondo oceano. La raccolta di queste carote è stata un’impresa impegnativa, data la complessità delle operazioni in un ambiente oceanico così remoto e impetuoso. Tuttavia, grazie alla determinazione degli scienziati, sono state ottenute importanti informazioni sulla velocità e sull’evoluzione dell’ACC nel corso di milioni di anni.
Le analisi delle carote sedimentarie hanno rivelato che l’ACC si è rafforzata durante le ere di raffreddamento globale, mentre è stata più intensa durante i periodi di maggior calore, come quelli degli ultimi 800.000 anni. Questi dati storici forniscono preziose informazioni sulle variazioni passate della corrente e sul suo ruolo nel clima terrestre.
Nonostante l’importante funzione svolta dall’ACC nel mantenere il pianeta più freddo, l’attuale accelerazione della corrente potrebbe comportare rischi aggiuntivi legati al riscaldamento globale. L’energia aggiuntiva generata da un’ACC più veloce potrebbe contribuire al rapido scioglimento dei ghiacci antartici, con potenziali conseguenze sul livello del mare e sul clima globale.
Questo studio, pubblicato su Nature, evidenzia l’importanza di comprendere a fondo i meccanismi che regolano l’ACC e il suo impatto sul clima terrestre. Mentre l’attenzione è spesso focalizzata sulla Circolazione Meridionale Atlantica (AMOC), l’accelerazione dell’ACC potrebbe rappresentare una minaccia significativa a lungo termine, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per valutarne le implicazioni future.
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