Rivelate le Strutture Magnetiche di Sagittarius A*

Questa immagine mostra la vista polarizzata del buco nero della Via Lattea. Le linee sovrapposte a questa immagine segnano l'orientamento della polarizzazione, che è legato al campo magnetico attorno all'ombra del buco nero. Una struttura a forma di ciambella luminosa con un buco scuro (il buco nero) è vista coperta da linee che la avvolgono ma non completamente.
I campi magnetici che avvolgono Sagittarius A* (Collaborazione EHT)

Il team che ha catturato la prima immagine di un buco nero ha recentemente rilasciato un’altra immagine, questa volta di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, vista per la prima volta in luce polarizzata. Questa nuova immagine ha permesso di osservare le strutture del campo magnetico che si avvolgono attorno al buco nero, simili a quelle osservate attorno a M87*, suggerendo che campi magnetici forti, contorti e organizzati potrebbero essere comuni tra i buchi neri.

L’Event Horizon Telescope è una collaborazione che sfrutta radiotelescopi in tutto il mondo per creare un’array combinata delle dimensioni della Terra, abbastanza grande da immaginare un buco nero. Se il tuo occhio avesse la stessa risoluzione, potresti vedere un ciambellone sulla superficie della Luna. Questo strumento ha già regalato la prima immagine di Sagittarius A* e del buco nero molto più grande e potente al centro della massiccia galassia ellittica Messier 87. Nel 2021, ha catturato i campi magnetici di M87*, i primi mai visti per un buco nero, utilizzando la luce polarizzata. Ora, il team ha utilizzato la polarizzazione della luce per immaginare i campi magnetici di Sagittarius A* per la prima volta.

La luce polarizzata è generata da onde elettromagnetiche oscillanti e se oscilla in una direzione preferita, la chiamiamo polarizzata. Questo principio è simile a quello degli occhiali 3D, dove le lenti hanno polarizzazioni diverse che consentono al nostro cervello di creare un’immagine 3D. La luce polarizzata ha permesso al team di ottenere una visione più nitida del bordo del buco nero e di mappare le linee del campo magnetico presenti lì.

La Professoressa Mariafelicia De Laurentis, Vice Scienziata del Progetto EHT e docente presso l’Università di Napoli Federico II, ha sottolineato l’importanza di queste immagini in luce polarizzata. Queste immagini rivelano una struttura magnetica dettagliata e ordinata attorno al buco nero, offrendo informazioni cruciali sulla geometria del campo magnetico che circonda il buco nero, aspetto che non può essere catturato con la luce non polarizzata.

La polarizzazione della luce è fondamentale nello studio dei buchi neri poiché fornisce informazioni sulla geometria e sulla dinamica dei campi magnetici che li circondano. Questi campi magnetici giocano un ruolo chiave nei processi di accrescimento e nelle emissioni di getti, influenzando direttamente l’osservazione dei buchi neri e la nostra comprensione della fisica che li governa.

Un confronto lato a lato delle due immagini dei buchi neri che mostrano una rappresentazione simile del campo magnetico come linee sottili luminose sulla loro forma approssimativamente a forma di ciambella. Le linee avvolgono l'intera forma
Le strutture magnetiche attorno a M87* e Sagittarius A* sono sorprendentemente simili nonostante la differenza di dimensioni.
Collaborazione EHT

Sagittarius A* è un buco nero supermassiccio relativamente silenzioso e calmo, a differenza di M87*, che rilascia potenti getti di particelle che si estendono per migliaia di anni luce. Vedere le stesse strutture magnetiche che alimentano eventi di vasta portata in M87 nel nostro buco nero supermassiccio suggerisce che questi meccanismi siano condivisi da tutti i buchi neri.

Comprendere i campi magnetici attorno ai buchi neri è cruciale per studiarne l’accrescimento di materia e l’emissione di getti energetici, fenomeni tra i più spettacolari dell’universo. Queste osservazioni rappresentano un passo avanti nella comprensione dei buchi neri e delle loro interazioni con le galassie ospiti, offrendo un banco di prova per i modelli teorici delle attività dei buchi neri.

Le ricerche sono state pubblicate in due articoli su The Astrophysical Journal Letters e aprono la strada a future campagne osservative e studi teorici, spingendo i limiti della nostra comprensione dell’universo.