I biologi marini stanno attualmente studiando un gruppo di 49 orche assassine che presentano caratteristiche fisiche insolite, un mix di tratti tipicamente associati a popolazioni diverse. Queste orche sono state avvistate mentre attaccavano capodogli, elefanti marini del nord e tartarughe marine, mostrando anche segni di scontri frequenti con gli squali.
L’Orcinus orca, comunemente conosciuto come orca, è stato spesso descritto come un predatore temibile, ma sembra che questo gruppo in particolare sia particolarmente audace. Secondo il primo autore dello studio, il dottorando Josh McInnes dell’Università della Columbia Britannica, le osservazioni di orche assassine in alto mare sono rare, poiché l’oceano aperto rappresenta il più vasto habitat del nostro pianeta.
McInnes e il suo team sono stati attratti dai rapporti riguardanti le orche avvistate al largo delle coste della California e dell’Oregon. Man mano che raccoglievano più informazioni su questo gruppo, hanno scoperto che le orche assassine si distinguono per le loro diete e comportamenti diversificati. Alcune si nutrono principalmente di pesce, mentre altre cacciano prede marine più grandi e meno comuni.
Sulla costa occidentale americana, alcune orche sono classificate come “residenti”, che rimangono nello stesso territorio, mentre altre sono considerate “transienti” o “offshore”. Nonostante questo gruppo sia stato avvistato dal 1997, gli incontri con gli esseri umani sono stati rari e limitati a poche segnalazioni.
McInnes e il suo team hanno raccolto nove rapporti provenienti da pescatori, turisti e ricercatori che hanno avvistato le orche tra 15 e 370 chilometri al largo. Le orche che vivono più vicino alla costa sono state osservate più frequentemente, diventando familiari agli osservatori. Per confermare che i rapporti riguardassero la stessa popolazione nel tempo, i ricercatori hanno dovuto fare attente verifiche.
È stato sorprendente per McInnes e colleghi scoprire che questo gruppo presentava caratteristiche tipicamente associate a diverse popolazioni di orche assassine. Ad esempio, le pinne dorsali e le macchie a sella mostravano variazioni, con alcune orche che assomigliavano agli ecotipi transienti e offshore, mentre altre presentavano caratteristiche simili a orche assassine delle regioni tropicali.
Nonostante le somiglianze con diverse popolazioni, McInnes ha sottolineato che non si tratta di una nuova specie, come alcuni media hanno erroneamente riportato. Gli incontri dei ricercatori con questo gruppo di orche oceaniche hanno rivelato comportamenti predatori sorprendenti, come gli attacchi ai capodogli femmina adulti e ad altre specie marine.
Queste orche assassine hanno dimostrato una notevole aggressività, attaccando anche balene di dimensioni maggiori come i capodogli. Nonostante i capodogli siano considerati predatori formidabili, le orche sono riuscite a prevalere in diversi scontri, dimostrando la loro abilità e determinazione.
Non solo le orche assassine hanno dimostrato di essere predatori temibili, ma la maggior parte di loro porta i segni di morsi di squali cookiecutter. Questo suggerisce che le orche trascorrano molto tempo in acque profonde più a sud, dove questi squali sono più comuni.
McInnes e il suo team ipotizzano che questo gruppo di orche possa rappresentare una sottopopolazione distinta o una popolazione non ancora descritta di orche assassine che si nutrono di mammiferi marini e tartarughe marine in alto mare. Ulteriori osservazioni potrebbero fornire ulteriori dettagli su questo affascinante gruppo di predatori marini.
Lo studio dettagliato su questa popolazione di orche assassine è stato pubblicato sulla rivista scientifica Aquatic Mammals, offrendo un’importante contributo alla comprensione di questi affascinanti mammiferi marini.
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