Alcune famiglie sono più propense a vedere nascite gemellari rispetto ad altre. I gemelli identici sono una sorpresa casuale, ma i gemelli non identici, o fratelli, hanno un legame genetico. Recentemente, nuove ricerche hanno individuato sette geni che potrebbero avere un ruolo nel determinare la probabilità di avere gemelli non identici e fornire indizi sulla fertilità.
Il Professor Nick Martin, autore principale dello studio condotto presso l’Istituto di Ricerca Medica QIMR Berghofer, ha sottolineato che i gemelli non identici hanno una base genetica, con una tendenza alla ripetizione nelle famiglie. Identificare i fattori genetici coinvolti è stato a lungo un compito arduo, ma grazie ai progressi tecnologici, come i chip genetici o microarray del DNA, è stato possibile monitorare l’espressione di migliaia di geni contemporaneamente.
Il team di scienziati ha combinato i dati di diversi studi condotti in vari paesi su un vasto campione di madri di gemelli non identici e controlli. Questo ha portato all’individuazione di quasi un milione di varianti genetiche su tutti e 23 i cromosomi umani. Attraverso uno studio di associazione a livello genomico, sono emersi sette geni distinti, di cui cinque noti per il loro ruolo nel percorso dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), fondamentale nel sistema riproduttivo femminile.
Il Professor Martin ha sottolineato che questo è solo l’inizio e che ci sono ancora altri geni da scoprire. L’obiettivo è identificare le donne super-fertili e inclini ad avere gemelli, ma anche individuare quelle che potrebbero avere difficoltà a concepire. Questo aspetto della ricerca è stato particolarmente significativo per Saskia Bollmann, madre di gemelli non identici, che ha sottolineato l’importanza di comprendere la relazione tra propensione a gemelli e fertilità.
Il team del Professor Martin sta ancora reclutando attivamente partecipanti per lo studio sulla Genetica della Gemellanza Dizigotica. Le madri di gemelli non identici possono partecipare compilando un breve questionario e fornendo un campione di saliva. Saskia Bollmann ha sottolineato la facilità e l’importanza di partecipare allo studio, incoraggiando altre madri di gemelli a fare lo stesso.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Human Reproduction e rappresenta un passo significativo nella comprensione della genetica delle nascite gemellari e della fertilità femminile.
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