Rivoluzione nella Fertilità: Trasferimento del DNA per Genitori Geneticamente Legati

immagine concettuale che mostra l'iniezione di un ovulo, come avviene nella fecondazione in vitro
Sostituire il nucleo di un ovulo donatore con il nucleo di una cellula cutanea significa che anche le coppie omosessuali maschili potrebbero avere un figlio con il DNA di entrambi i partner. (Anastasiya Lavrik/Shutterstock.com)

La ricerca scientifica sta avanzando con prudenza verso una nuova procedura che potrebbe rivoluzionare il trattamento della fertilità. I ricercatori stanno esplorando la possibilità di trasferire il DNA dalle cellule della pelle in un ovulo donatore, aprendo la strada a un futuro in cui le donne con problemi di fertilità dovuti a uova danneggiate o degradate, causate da malattie, trattamenti medici o invecchiamento, e gli uomini in relazioni dello stesso sesso, potrebbero avere figli geneticamente legati a loro.

La tecnica in questione è il trasferimento nucleare di cellule somatiche, un processo complesso che mira a superare le sfide legate alla fertilità. Questa procedura prevede di prendere un ovulo donatore, rimuovere il suo nucleo e sostituirlo con il nucleo di una cellula della pelle del genitore, creando così un uovo funzionale contenente solo il materiale genetico del futuro genitore.

Il team di ricerca dell’Università della Salute e delle Scienze dell’Oregon ha dimostrato che è possibile creare embrioni contenenti il DNA di entrambi i genitori, senza però entrare nel campo della clonazione umana. Questo processo si basa su precedenti studi, come il clonaggio della pecora Dolly, che hanno aperto la strada a nuove possibilità nella riproduzione assistita.

Dolly la pecora, il primo mammifero clonato
Dolly non era una pecora ordinaria.
Paul Hudson via Wikimedia Commons (CC BY 2.0)

Il team ha recentemente pubblicato uno studio su Science Advances, evidenziando i progressi compiuti nella comprensione di questa tecnica. Utilizzando cellule uovo di topi, sono riusciti a ottenere il numero corretto di cromosomi nella cellula uovo fin dall’inizio, un passo fondamentale per il successo della procedura.

Una delle peculiarità di questa tecnica è la sua rapidità nel produrre ovuli, rispetto ad altri metodi che richiedono un lungo processo di riprogrammazione cellulare. Secondo la dottoressa Paula Amato, autrice dello studio, questo approccio evita i rischi legati ai cambiamenti genetici ed epigenetici che possono verificarsi durante la coltura delle cellule.

Nonostante i progressi, è importante sottolineare che la valutazione della sicurezza, dell’efficacia e degli aspetti etici è essenziale prima di considerare l’applicazione clinica di questa tecnica. La FIV è nuovamente al centro dell’attenzione mediatica, soprattutto alla luce delle recenti discussioni sulla considerazione degli embrioni come bambini.

Le implicazioni di questi progressi nella riproduzione assistita vanno ben oltre i confini nazionali, considerando che un adulto su sei nel mondo è colpito dall’infertilità. La possibilità di utilizzare un ovulo donatore senza incorporare il DNA del donatore rappresenterebbe un cambiamento radicale nel panorama del trattamento della fertilità, aprendo nuove prospettive per molte persone.

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