I microplastici sono stati individuati in varie parti del corpo umano, e ora si aggiunge un’altra scoperta alla lista: i depositi di grasso nelle arterie di alcune persone. Ma quali rischi comportano questi minuscoli frammenti di plastica per la nostra salute? Un recente studio ha suggerito che potrebbero rappresentare un pericolo aggiuntivo.
I ricercatori hanno reclutato pazienti sottoposti a interventi chirurgici per trattare la malattia delle arterie carotidi, una condizione in cui si formano placche che restringono il flusso sanguigno al cervello. Le placche rimosse durante gli interventi sono state analizzate per individuare la presenza di microplastica e nanoplastica (MNP).
Dei 257 pazienti studiati, 150 avevano placche contenenti polietilene plastico, comunemente usato per sacchetti e bottiglie. Altri pazienti avevano placche contenenti policloruro di vinile (PVC), noto per essere utilizzato in tubi fognari e materiali simili.
Le analisi al microscopio hanno rivelato frammenti di plastica di dimensioni estremamente ridotte, per lo più inferiori a un micrometro. La presenza di MNPs nelle placche solleva interrogativi sul loro impatto sulla salute.
Un follow-up dei pazienti per quasi tre anni ha mostrato che coloro con placche contenenti MNPs avevano un rischio 2,1 volte maggiore di infarto, ictus o morte rispetto a quelli senza frammenti di plastica. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che non è stata dimostrata una relazione causale diretta tra i microplastici e tali eventi di salute.
Un editoriale accompagnatorio scritto dall’epidemiologo Dr. Philip J. Landrigan solleva domande cruciali sull’esposizione ai microplastici come fattore di rischio cardiovascolare e sull’eventuale impatto su altri organi oltre al cuore. Landrigan sottolinea l’importanza di ridurre l’esposizione a tali sostanze.
Il dibattito sulle implicazioni dei microplastici sulla salute continua, e future ricerche potrebbero fornire ulteriori risposte. Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
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