Dubbi sul recupero del buco dell’ozono

Mappa NOAA del buco dell'ozono sopra l'Antartide nel 2023

Il buco dell’ozono nell’atmosfera sopra l’Antartide ha raggiunto la sua massima estensione il 21 settembre 2023, con una superficie stimata di 26 milioni di chilometri quadrati (10 milioni di miglia quadrate), rendendolo il 12° buco dell’ozono giornaliero più grande dal 1979, anno in cui sono iniziate le registrazioni satellitari. (NOAA Climate.gov utilizzando dati da NOAA/NASA)

Un nuovo studio ha sollevato dubbi sul recupero del buco dell’ozono, suggerendo che potrebbe non essere sulla buona strada per recuperare come sperato. Gli scienziati dell’Università di Otago in Nuova Zelanda hanno analizzato le fluttuazioni giornaliere e mensili del buco dell’ozono dal 2004 al 2022 e hanno scoperto che è stato notevolmente enorme negli ultimi quattro anni. Il buco contiene anche meno gas ozono al centro rispetto a 19 anni fa, il che significa che è più grande e più profondo per la maggior parte della primavera. Tuttavia, alcuni ricercatori non sono convinti da questo studio e ritengono che il recupero del buco dell’ozono sia ancora promettente nonostante alcuni contrattempi negli ultimi anni.

Lo strato di ozono è una regione della stratosfera che ha una concentrazione più elevata di ozono e agisce come uno scudo per il nostro pianeta, assorbendo i raggi ultravioletti dannosi del sole. Negli anni ’70 e ’80 è stato scoperto un buco nell’ozono sopra l’Antartide, causato dalle sostanze chimiche prodotte dall’uomo chiamate clorofluorocarburi (CFC). Queste sostanze impoveriscono l’ozono una volta che vengono trasportate nella stratosfera. Il buco dell’ozono al Polo Sud cresce e diminuisce in sintonia con le stagioni, raggiungendo la massima dimensione da agosto a ottobre. Negli ultimi anni, ci sono stati rapporti che indicano che il buco si sta restringendo e potrebbe recuperare completamente entro qualche decennio grazie all’abbandono dei CFC.

Mappa NASA della Terra che mostra il buco nell'ozono sopra l'Antartide.

Le dimensioni del buco dell’ozono fluttuano con le stagioni e presentano una significativa variabilità di anno in anno, rendendo difficile la misurazione. (NASA)

Tuttavia, il nuovo studio suggerisce che il cambiamento climatico potrebbe generare nuove fonti di impoverimento dell’ozono, causando l’espansione del buco. Alcuni ricercatori ritengono che il nuovo studio esageri il problema e non tenga pienamente conto di diversi fattori che influenzano le dimensioni del buco dell’ozono. Ad esempio, nel gennaio 2022 si è verificata un’eruzione vulcanica che ha influenzato le concentrazioni di ozono nella stratosfera. Altri fattori come questo potrebbero essere in gioco.

Nonostante le divergenze di opinione, il nuovo studio solleva importanti questioni sul recupero del buco dell’ozono. È necessario continuare a monitorare attentamente la situazione e ad adottare misure per ridurre ulteriormente l’uso di sostanze che impoveriscono l’ozono. Il nuovo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

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