Nuova Misurazione della Durata del Giorno su Urano: 17 Ore e 14 Minuti

Scoperte recenti rivelano l'importanza della durata del giorno su Urano e le sue implicazioni per la ricerca planetaria.

Scoperta della Durata del Giorno su Urano

Recenti studi hanno rivelato un errore significativo nella nostra comprensione della durata di un giorno su Urano. Grazie a misurazioni estremamente accurate, gli scienziati hanno stabilito che un giorno completo su questo pianeta, noto per il suo caratteristico odore pungente, dura esattamente 17 ore, 14 minuti e 52 secondi. Questo valore è superiore di 28 secondi rispetto alle stime precedenti, basate sui dati raccolti dalla sonda Voyager 2 durante il suo sorvolo nel 1986. Sebbene possa sembrare una differenza trascurabile, in realtà ha implicazioni enormi. Questa nuova misurazione fornisce un riferimento cruciale per la comunità scientifica che si occupa di pianeti e risolve un problema di lunga data. I sistemi di coordinate precedentemente utilizzati, fondati su periodi di rotazione obsoleti, avevano reso difficile il tracciamento dei poli magnetici di Urano nel tempo. A spiegare l’importanza di questa scoperta è l’astrofisico Laurent Lamy dell’Osservatorio di Parigi.

Urano e Nettuno: I Giganti di Ghiaccio del Sistema Solare

Urano e Nettuno rappresentano i due mondi più remoti del Sistema Solare, situati a distanze notevolmente superiori rispetto agli altri pianeti. Urano orbita a una distanza doppia rispetto a Saturno, mentre Nettuno si trova a oltre tre volte la distanza di Saturno dal Sole. Questa grande distanza rende entrambi i pianeti piccoli e poco luminosi, complicando notevolmente il loro studio. Inoltre, il lungo viaggio necessario per le sonde spaziali ha fatto sì che solo la missione Voyager si avvicinasse a questi giganti di ghiaccio, decenni fa. Di conseguenza, le informazioni disponibili su Urano e Nettuno sono limitate e potrebbero essere influenzate dalle condizioni particolari che caratterizzavano i pianeti al momento dei sorvoli. Pertanto, ottenere nuove informazioni su questi mondi è una sfida considerevole e richiede tecnologie avanzate e metodi innovativi.

La Ricerca sulla Rotazione di Urano

L’errata assunzione riguardo alla durata del giorno su Urano ha generato confusione nel campo della ricerca. Uno dei problemi principali era che, senza una misurazione accurata della lunghezza del giorno, l’orientamento dei poli magnetici di Urano si era perso solo pochi anni dopo il sorvolo della Voyager 2. Per affrontare questa questione, Lamy e il suo team hanno condotto uno studio meticoloso utilizzando i dati raccolti dal Telescopio Spaziale Hubble tra il 2011 e il 2022. Durante questo periodo, il telescopio ha osservato ripetutamente le aurore ultraviolette del pianeta, fenomeni simili a quelli che si verificano sulla Terra. Le particelle del vento solare interagiscono con la magnetosfera di Urano, venendo accelerate lungo le linee del campo magnetico verso le regioni polari, dove si scaricano nell’alta atmosfera. Questa interazione tra le particelle solari e quelle atmosferiche genera un bagliore luminoso nel cielo, rendendo Urano un oggetto di studio affascinante.

Inclinazione dell’Asse di Rotazione di Urano

Una delle caratteristiche distintive di Urano è l’inclinazione del suo asse di rotazione, che è quasi parallelo all’eclittica, il piano orbitale in cui si muovono i pianeti attorno al Sole. Questa particolare orientazione rende più complesso il tracciamento dei poli magnetici. Tuttavia, grazie all’analisi delle aurore ultraviolette, Lamy afferma che il suo team è riuscito a localizzare e monitorare i poli, utilizzando queste informazioni per calcolare con precisione la durata del giorno su Urano. I ricercatori affermano che questa misurazione è estremamente precisa, rappresentando la più accurata mai ottenuta per un pianeta gigante, addirittura più precisa delle misurazioni della velocità di rotazione di Giove. La metodologia impiegata per determinare la velocità di rotazione di Urano può ora essere applicata anche agli altri mondi giganti del Sistema Solare, consentendo di ottenere misurazioni altrettanto precise dei loro tassi di rotazione interni. Con l’adozione di questo nuovo sistema di longitudine, gli scienziati possono ora confrontare le osservazioni aurorali che coprono quasi quattro decenni e persino pianificare future missioni su Urano, conclude Lamy. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Astronomy.