Il cervello e la sua sorprendente capacità di adattamento
Quando il cervello umano si trova in uno stato di carenza energetica, attiva meccanismi sorprendenti per garantire il proprio funzionamento. Recenti studi hanno dimostrato che, in situazioni di stress prolungato come una maratona, il cervello può iniziare a “nutrirsi” del proprio tessuto adiposo per ricavare energia. Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla neuroplasticità, suggerendo che il cervello non solo si adatta, ma può anche utilizzare risorse interne in modo innovativo. La capacità del cervello di modificare il proprio metabolismo in risposta a condizioni estreme è un argomento di crescente interesse nella comunità scientifica.
Il ruolo della mielina nel metabolismo cerebrale
Durante una maratona, le scansioni cerebrali hanno rivelato che, quando i livelli di glucosio nel cervello scendono, alcuni neuroni possono iniziare a utilizzare la mielina come fonte di energia. La mielina, una guaina grassa che avvolge le fibre nervose, non è solo un isolante, ma può essere riutilizzata dai neuroni in risposta a cambiamenti ambientali. Questo processo di riutilizzo della mielina è fondamentale per il mantenimento delle funzioni cerebrali durante periodi di stress. I ricercatori hanno scoperto che:
- La mielina può essere utilizzata come riserva energetica.
- Le cellule cerebrali possono riutilizzare la mielina in situazioni di estrema necessità.
- Questo meccanismo potrebbe rappresentare una forma di plasticità metabolica.

Ramos-Cabrer et al., Nature Metabolism, 2025
Risultati dello studio sui corridori
In uno studio condotto in Spagna, i neuroscienziati hanno analizzato le scansioni MRI di dieci corridori prima e dopo una corsa di 42 chilometri. I risultati hanno mostrato cambiamenti significativi nei marcatori di mielina all’interno della sostanza bianca del cervello. Tra le ventiquattro e le quarantotto ore dopo la maratona, i corridori hanno mostrato segni di una perdita considerevole di mielina in aree cerebrali cruciali per la funzione motoria e l’integrazione sensoriale. Tuttavia, due settimane dopo l’evento, i marcatori di mielina hanno iniziato a recuperare, stabilizzandosi dopo due mesi. Questo suggerisce che la mielina possa fungere da “rete di sicurezza” metabolica, consentendo al cervello di attingere energia da riserve limitate.
Implicazioni per la salute cerebrale
La mielina riveste un ruolo essenziale per il funzionamento del sistema nervoso e perdite significative di questa sostanza sono state associate a diverse malattie neurologiche. Prelevando mielina da specifiche aree, il metabolismo cerebrale potrebbe infliggere danni temporanei al proprio tessuto, ma con l’obiettivo di proteggere l’organo nel suo complesso. Questo fenomeno si allinea con studi cognitivi che hanno evidenziato come i corridori mostrino tempi di reazione più lenti e prestazioni inferiori nei test di memoria subito dopo una maratona. Fortunatamente, la funzione cerebrale tende a migliorare rapidamente durante il recupero, suggerendo che il cervello ha meccanismi di compensazione efficaci.
Conclusioni e prospettive future
Le aree più recenti dal punto di vista evolutivo del cervello umano tendono a contenere una maggiore quantità di mielina, suggerendo che questo deposito di grasso possa rappresentare un adattamento evolutivo fondamentale per il successo della nostra specie. I risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista scientifica Nature Metabolism, aprono nuove strade per la comprensione della neuroplasticità e del metabolismo cerebrale. La ricerca continua a esplorare come il cervello possa ottimizzare le proprie risorse e adattarsi a condizioni estreme, fornendo spunti preziosi per il futuro della neuroscienza.