Un nuovo e ambizioso progetto è stato avviato per rivoluzionare la gestione dei rifiuti nucleari nell’Unione Europea. Si tratta del progetto MaLaR Novel 2D-3D Materials for Lanthanide Recovery from Nuclear Waste, che si propone di utilizzare tecniche di separazione innovative per esplorare la possibilità di riciclare i rifiuti nucleari. Questa iniziativa triennale, finanziata con 2,3 milioni di euro, coinvolge esperti provenienti da Germania, Francia, Svezia e Romania, con l’obiettivo di trasformare i rifiuti nucleari in materiali grezzi di valore.
Il progetto MaLaR: una svolta nella gestione dei rifiuti nucleari
- La Prof.ssa Kristina Kvashnina e il suo team presso l’Helmholtz-Zentrum-Dresden-Rossendorf (HZDR) stanno sfidando l’idea consolidata che i rifiuti nucleari siano destinati a rimanere tali senza possibilità di riutilizzo.
- Grazie al sostegno dell’Unione Europea, il loro progetto si concentra sull’estrazione dei lantanidi, elementi cruciali per tecnologie che vanno dalle batterie agli apparecchi medici, dai rifiuti nucleari.
I lantanidi, che occupano le posizioni 58-71 nella tavola periodica e includono elementi delle terre rare, sono ampiamente impiegati in molte tecnologie moderne, come smartphone, batterie per veicoli elettrici, agenti di contrasto per risonanze magnetiche e magneti potenti. Nonostante la loro importanza, i lantanidi sono scarsi e la loro produzione è principalmente concentrata in Cina, creando una vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento globali.
Il ruolo strategico dei lantanidi e il progetto MaLaR
- La Prof.ssa Kristina Kvashnina, coordinatrice del progetto e fisica di spicco presso l’Istituto di Ecologia delle Risorse dell’HZDR, sottolinea l’importanza strategica di riciclare i lantanidi dai rifiuti nucleari per garantire una fonte sostenibile di questi materiali e ridurre la dipendenza da fornitori esterni.
- Questo approccio innovativo non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma si allinea agli obiettivi europei di indipendenza delle risorse.
Il progetto MaLaR rappresenta un passo significativo verso una gestione più efficiente dei rifiuti nucleari, attraverso il riciclo di materiali radioattivi a lungo conservati. La Prof.ssa Kvashnina, che detiene anche una cattedra presso l’Université Grenoble Alpes in Francia, evidenzia i benefici di questa iniziativa che mira a migliorare l’efficienza delle risorse e a promuovere la sostenibilità ambientale.
Approccio multidisciplinare e innovazione
- Il progetto si basa su un approccio multidisciplinare che combina lo sviluppo di materiali 2D/3D, la fisica degli elementi radioattivi e metodi all’avanguardia per analizzare concentrazioni minime di lantanidi in contesti radioattivi.
- Questa sinergia di competenze tra i partner del progetto potenzia la capacità innovativa dell’iniziativa, aprendo la strada a soluzioni pratiche che potrebbero rivoluzionare gli standard industriali a livello globale.
La Prof.ssa Kvashnina si dice entusiasta per il futuro del progetto, che si preannuncia come un viaggio emozionante alla scoperta e all’innovazione. Attraverso esperimenti critici presso il Rossendorf Beamline (ROBL) dell’HZDR e l’utilizzo di potenti fasci di raggi X presso il sincrotrone europeo (ESRF) a Grenoble, il team testerà i nuovi materiali per valutarne le proprietà chimiche.
In definitiva, il progetto MaLaR si propone di rivoluzionare il modo in cui vengono recuperate le materie prime e di ridefinire il nostro approccio ai rifiuti radioattivi, offrendo soluzioni innovative che potrebbero avere un impatto significativo sul panorama industriale globale.