Il Pericolo Nascosto delle Acque Dolci: Ameba Mangia-Cervello

Scopri cosa devi sapere per proteggerti durante le attività acquatiche

Durante i giorni torridi dell’estate, una delle attività più apprezzate è sicuramente andare in spiaggia per rinfrescarsi e divertirsi. Tuttavia, se non si ha la fortuna di vivere vicino all’oceano, esistono alternative come nuotare in un fiume, lago o piscina d’acqua dolce. Anche se questi luoghi balneabili offrono momenti di relax e svago, è importante essere consapevoli di un pericolo nascosto: l’ameba mangia-cervello.

L’ameba mangia-cervello

L’ameba mangia-cervello, scientificamente nota come Naegleria fowleri, è un microrganismo che può causare un’infezione cerebrale letale, sebbene estremamente rara. Questo patogeno, scoperto per la prima volta negli anni ’60 in Australia meridionale, può provocare una forma grave di meningite chiamata meningoencefalite amebica primaria. Nonostante le infezioni siano rare, hanno un tasso di mortalità elevato, con solo poche persone che sono riuscite a sopravvivere.

Caratteristiche di N. fowleri

  • N. fowleri è un organismo unicellulare microscopico che si trova comunemente in acque dolci e nel terreno, preferendo temperature dell’acqua tra i 25°C e i 40°C.
  • È importante notare che l’ameba non sopravvive in acqua salata o in acqua dolce trattata con cloro.
  • Le infezioni sono più comuni nei giovani maschi, con un’età media di 12 anni al momento dell’infezione.

Statistiche e sintomi

Negli Stati Uniti, dove sono stati segnalati il maggior numero di casi, il tasso di mortalità legato all’ameba mangia-cervello è del 97,5%. In Australia, sono stati registrati 22 casi fino al 2018. La via di infezione di questa malattia è particolarmente insolita, poiché l’ameba può infettare il cervello e il sistema nervoso centrale solo attraverso l’ingresso di acqua nel naso e nelle vie nasali.

I sintomi iniziali dell’infezione includono mal di testa, nausea, vomito, febbre e rigidità del collo. È fondamentale cercare assistenza medica immediata se si sospetta un’eventuale esposizione all’ameba. Anche se il tasso di sopravvivenza è basso, esistono casi eccezionali in cui un intervento medico tempestivo ha permesso la sopravvivenza del paziente infetto.

Amoeba Naegleria fowleri nel liquido cerebrospinale di una persona. Foto:
Dott. James Roberts, Children’s Healthcare of Atlanta/CDC

Prevenzione e consigli

  • Per prevenire l’ameba mangia-cervello, è consigliabile evitare di mettere la testa sott’acqua in acque dolci calde come fiumi, laghi o piscine.
  • In caso di dubbio sulla qualità dell’acqua, è preferibile assumere che l’ameba possa essere presente.
  • È importante fare attenzione affinché l’acqua non entri nel naso, specialmente per i bambini che potrebbero essere più inclini a giochi d’acqua che comportano rischi di ingestione.

Le piscine d’acqua dolce devono essere adeguatamente mantenute e disinfettate con cloro per garantire la sicurezza dei nuotatori. Questo processo impedisce la sopravvivenza dell’ameba e protegge i bagnanti da potenziali patogeni veicolati dall’acqua. Ricorda che i bambini sono particolarmente vulnerabili e, se possibile, è consigliabile optare per piscine ben curate e clorurate.

In conclusione, sebbene le probabilità di contrarre l’ameba mangia-cervello siano remote, è essenziale adottare precauzioni adeguate durante le attività acquatiche in ambienti d’acqua dolce. La consapevolezza e la prudenza possono contribuire a prevenire potenziali rischi per la salute.

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