Il futuro della vita sulla Terra: una corsa contro il Sole

Scopri quanto tempo rimane alla biosfera terrestre prima di essere minacciata dal Sole

Nel caso in cui la vita sulla Terra sopravviva all’Antropocene, dovrà affrontare una minaccia esistenziale proveniente dallo spazio: il Sole, con il passare del tempo, interferirà con il ciclo del carbonio terrestre, portando a una diminuzione del biossido di carbonio atmosferico che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza delle piante.

Tuttavia, secondo una nuova ricerca condotta dal geofisico della University of Chicago RJ Graham e il suo team, questo scenario non si verificherà prima di almeno 1,6 miliardi di anni da oggi.

Questi risultati rappresentano una buona notizia per coloro che nutrono speranze di vita extraterrestre, in quanto ampliano le stime precedenti sulla durata potenziale della biosfera terrestre, che costituisce attualmente il nostro unico punto di riferimento nell’Universo.

Ciò significa che la vita complessa ha più tempo a disposizione per evolversi di quanto si pensasse in precedenza.

Secondo Graham e il suo team, l’emergere di vita intelligente potrebbe non essere così raro come ipotizzato da alcuni autori precedenti. Anche se ci sono passaggi difficili che possono avere basse probabilità di verificarsi, la presenza di vita intelligente potrebbe comunque essere un evento raro.

Il riscaldamento del Sole, sebbene possa sembrare controintuitivo, potrebbe portare a una diminuzione del carbonio atmosferico sulla Terra nel corso di miliardi di anni, a causa di processi geologici che coinvolgono l’erosione delle rocce silicate e l’assorbimento di CO2.

Questo ciclo geochimico, noto come ciclo carbonato-silicato, modifica il livello di CO2 atmosferico su scale temporali molto lunghe. Tuttavia, il progressivo riscaldamento del Sole comporterà un aumento dell’erosione e dell’assorbimento di CO2, mettendo a rischio le piante terrestri che dipendono da questo gas per la fotosintesi.

Diagramma che mostra il ciclo geologico del carbonato di silicato
Diversi processi nel ciclo carbonato-silicato e le loro reazioni chimiche.
Gretashum/Wikipedia/CC By SA 4.0

Questo potrebbe portare all’estinzione delle piante a causa della carenza di CO2 o del surriscaldamento.

Graham e il suo team hanno scoperto che, grazie a un’erosione debolmente dipendente dalla temperatura, l’estinzione delle piante potrebbe essere ritardata fino a 1,86 miliardi di anni da oggi.

retroazioni per il ciclo carbonato silicato
Come i diversi componenti del ciclo si influenzano a vicenda, feedback positivo in verde e negativo in arancione.
Gretashum/Wikipedia/CC By SA 4.0

Tuttavia, i ricercatori avvertono che i loro modelli non tengono conto di tutte le variabili, come il feedback delle nuvole e il ciclo dell’acqua, che potrebbero influenzare i risultati.

Secondo gli studiosi, la sopravvivenza delle piante C3, che costituiscono la maggior parte della vegetazione terrestre, potrebbe essere compromessa prima rispetto alle piante C4, come la canna da zucchero e il mais.

Questo potrebbe portare a una riduzione della vita animale a causa della mancanza di cibo e di ossigeno.

Infine, Graham e il suo team ipotizzano che alcuni microrganismi anaerobici potrebbero sopravvivere fino a quando il Sole non diventerà ancora più potente e farà evaporare gli oceani, a meno che non interveniamo per evitare un cambiamento climatico incontrollato che potrebbe cancellare vaste porzioni di vita sulla Terra.

Le conclusioni di questa ricerca potrebbero essere confermate in futuro attraverso l’osservazione di biosignature su pianeti extrasolari, se la vita si rivelerà comune al di là del nostro pianeta.

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